Campania

Esplosione Ercolano: l'artificiere, 'basta un attimo'

"Anche surriscaldamento di un cellulare può provocare l'innesco"

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 19 NOV - "Basta un attimo, una piccola disattenzione, per trasformare un momento di gioia in tragedia": è perentorio il luogotenente Gaetano Savarese, artificiere dell'Arma dei carabinieri da 31 anni, quando parla dei rischi connessi all'uso dei fuochi d'artificio, soprattutto di quelli prodotti illegalmente. Botti illegali che, a Ercolano, in provincia di Napoli, hanno ucciso ieri tre giovani, un diciottenne e due gemelle di 26 anni. Stamani Savarese era lì, sul luogo del disastro.
    "In un ambiente come quello - dice l'artificiere - nel quale la polvere da sparo, sottilissima, aleggia nell'aria, anche un cellulare che si surriscalda può innescare la deflagrazione. Chi maneggiava la polvere da sparo era sicuramente inesperto: esistono delle norme da rispettare rigorosamente altrimenti la vita propria e quelli degli altri è a rischio, e lì sicuramente quelle regole non erano rispettate".
    Il luogotenente dei carabinieri ogni anno si reca nelle scuole per spiegare ai giovani i rischi legati all'uso dei botti: "Il nostro consiglio - dice, parlando "come fa un padre con i figli" - è evitare di comprare fuochi che non hanno un percorso regolare. In negozio il prodotto è tracciato e sicuro mentre quello preso sulle bancarelle non lo è assolutamente.
    Questi ambulanti sono persone senza scrupoli a cui non importa nulla della vita dei ragazzini, vittime predestinate, pensano solo a fare soldi. Immettono sul mercato illegale vere e proprie bombe tenendole alle intemperie e esponendole all'umidità, facendo in modo che diventino ancora più pericolose". "E' proprio per questo motivo - ricorda il carabiniere - che i botti inesplosi non devono essere mai raccolti. La maggior parte delle vittime hanno 10-12 anni: perdono occhi, dita e mani all'indomani dei festeggiamenti, proprio raccogliendo i petardi inesplosi".
    L'ultimo appello il luogotenente Savarese lo rivolge a chi sa e non parla, come pare sia avvenuto proprio in occasione della tragedia di Ercolano: "Denunciare significa amare la vita e impedire a chi costruisce artifici pirotecnici non convenzionali tra le mura di casa, mettendo in pericolo se stesso e tutti gli altri inquilini". (ANSA).
   

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