Campania

A Napoli apre Impressionisti e la Parigi fin de siècle

Curatore Sgarbi, 'Vederla per capire il percorso dei pittori'

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 22 NOV - "Impressionisti e la Parigi fin de siècle è una mostra di studio e di ricerca, che serve a capire cosa c'è dietro l'Impressionismo, senza effetti speciali e con grandi capolavori che vengono dai musei francesi e che sono, evidentemente, il riferimento inevitabile per chiunque voglia conoscere l'Impressionismo". Vittorio Sgarbi, curatore dell'esposizione che aprirà al pubblico domani, sabato 23, a Napoli nella Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, ne parla in questi termini, aggiungendo che "sarà utile venire a vederla per capire il percorso che hanno fatto i pittori per diventare gli impressionisti che conosciamo".
    La rassegna, prodotta da Navigare Srl in collaborazione con Polo Culturale Pietrasanta e Lapis Museum e patrocinata da Regione Campania e Città di Napoli, è un'esposizione dal carattere antologico in omaggio al rivoluzionario movimento artistico francese nato 150 anni fa. "Tra le opere più significative presenti in mostra, per avere un'idea chiara del movimento impressionista, possiamo individuare qui quelle di Degas, significative e degne di essere guardate con attenzione", ha spiegato Sgarbi.
    Le 69 opere esposte, realizzate da 40 artisti prevalentemente francesi, sono suddivise in 3 sezioni, secondo gli allestimenti voluti dal co-curatore Stefano Oliviero, che tracciano la storia delle origini e le evoluzioni dell'Impressionismo, sullo sfondo della Parigi di fine secolo, vivace e luminosa protagonista di epocali cambiamenti. La prima sezione, intitolata 'La rivoluzione realista e l'École de Barbizon. La strada verso l'Impressionismo' vede la presenza di 18 opere, per lo più dipinti a olio e acqueforti, realizzate da artisti della Scuola di Barbizon, tra i quali: Corot, Delacroix, Rousseau, Millet, Courbet, Lecomte, dediti alla pittura paesaggistica e realistica e punti di riferimento per gli Impressionisti.
    Con la seconda sezione, intitolata 'La conquista degli Impressionisti', la mostra entra nel vivo della storia del nuovo movimento artistico grazie a 45 opere di 21 artisti, ispirati dalla scuola di Barbizon ma capaci di elaborare nuove forme espressive rivoluzionarie, molto distanti dall'accademismo fino ad allora imperante. Le opere qui presenti sono soprattutto incisioni e disegni, che mettono in luce i lavori di studio e di preparazione per opere di grandi artisti come, tra gli altri, Cézanne, Manet, Boudin, Degas, Renoir, Forain, Guillaumin, Monet e Mary Cassat, pittrice americana, una delle poche donne ammesse al consesso maschile dell'arte dell'epoca.
    La terza sezione, 'Dopo la conquista: l'arte non è solo riproduzione' ospita 6 opere del periodo post-impressionista realizzate dall'artista svizzero-francese Jeanniot, dal delicato paesaggista Firmin-Girard, dal pittore e incisore svizzero Ranft il cui dipinto "Ladies in café" è stato scelto come immagine simbolo dell'esposizione, fino a lambire la pittura Nabis, con Bonnard e Denis. Completa l'esposizione un'area multimediale attrezzata con postazioni dotate di Oculus 3D. (ANSA).
   

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