(ANSA) - NAPOLI, 28 NOV - Non è stato un omicidio per futili
motivi, quello di Francesco Pio Maimone, ucciso con un colpo di
pistola al petto la notte tra il 19 e il 20 marzo 2023, sul
lungomare di Napoli, al culmine di una malavitosi rivali per un
paio di scarpe firmate sporcate. E' stato un gesto che si
inquadra nel "meccanismo di controllo sociale tipicamente
mafioso".
Pisani rivela anche che, così come accaduto già in occasione
delle prime battute del dibattimento, pure dopo la richiesta di
ergastolo formulata dalla Procura nella scorsa udienza, sono
nuovamente comparse sul web frasi "che normalizzano la violenza
e deridono la giustizia" e "sminuiscono il dolore delle
vittime". Il messaggio diffuso e poi rimosso recita "Non alzate
ancora i bicchieri, non è ancora finita" secondo Pisani insinua
l'idea, in quegli ambienti, che il verdetto "possa essere ancora
manipolato o eluso". Inquentante come la prima anche la seconda
frase del messaggio, questa in dialetto: "A Napoli si dice 'megl
suon e cancell ca suon e campan'". Si tratta di un proverbio il
quale, tradotto, vuole dire che è preferibile essere rinchiusi
in carcere (il "suono delle sbarre") piuttosto che morire (il
suono delle campane dei funerali). Per Pisani, però, la frase,
questa volta, non testimonia l'accettazione della realtà ma
piuttosto una sfida "un vanto quasi, una perversa accettazione
di una vita segnata dalla criminalità e dalla violenza, come
fosse un destino inevitabile, se non addirittura desiderabile".
Infine, nel post, figura anche una frase simbolica "Hasta la
Victoria Siempre". Questo messaggio, per l'avvocato della
famiglia Maimone, "è più di una semplice esternazione sui
social. È un riflesso di una cultura pericolosa che banalizza la
morte e la sofferenza, che rende la violenza quasi uno stile di
vita. È un ulteriore pugno al cuore per una famiglia già
distrutta, un ulteriore insulto alla memoria di Francesco Pio
Maimone". (ANSA).
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