Campania

Pomigliano d'Arco, i dubbi e le paure degli operai

E le aziende dell'indotto temono 400 licenziamenti

Stellantis: Conte, l'indotto italiano è stato sacrificato

Redazione Ansa

(di Mina Maiello) (ANSA) - POMIGLIANO D'ARCO (NAPOLI), 02 DIC - C'è chi prova sollievo, chi è preoccupato per il futuro, ma anche chi sostiene che alla fine "non cambierà nulla": sentimenti contrastanti tra gli operai dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d'Arco (Napoli), all'indomani delle dimissioni del Ceo Carlos Tavares.
    "La vera rovina dell'automotive è l'Europa - sottolineano Riccardo e Salvatore, del reparto verniciatura - con la transizione energetica hanno combinato solo un pasticcio. Come se l'ambiente potesse salvarlo l'Europa, mentre Usa, Cina, India e chissà quanti altri, continueranno ad inquinare. Ci saranno le auto elettriche, ma non sono ancora pronte tutte le infrastrutture, a partire dalle colonnine per il rifornimento.
    E' come se avessimo comprato barattoli senza avere apriscatole per aprirli". "Una volta andato via Tavares ce ne sarà un altro che penserà al suo entourage: cambieranno il direttore, cambieranno i leader, ma lo stabilimento resta questo - afferma invece Giuseppe, del montaggio - con i problemi che ci portiamo dietro da anni, e le criticità mai risolte che peggiorano nonostante gli amministratori delegati".
    Il collega di reparto, Antonio, sottolinea invece che "peggio non può esserci". "Tavares ha smantellato tutto, il nostro stabilimento è stato fatto a pezzi. Hanno venduto a privati il palazzo degli uffici, oltre ad alcuni capannoni, destinati ad una palestra, sempre di privati, e ad altre aziende che nulla hanno a che vedere con il nostro settore. Ora non potrà che andare meglio. Per forza".
    Per Mimmo Loffredo, della lastratura, "la notizia delle dimissioni era già nell'aria. Ma questo non cambia nulla sulla situazione industriale che stiamo vivendo: è chiaro che si mettono ulteriori dubbi sul futuro, ma il vero problema sono le politiche industriali di questa azienda".
    E mentre in fabbrica i lavoratori discutono del futuro Ceo, al varco merci circa cento lavoratori di Trasnova, azienda del settore trasporti e logistica, bloccano l'ingresso ai tir per protestare contro il mancato rinnovo della commessa da parte di Stellantis, in scadenza il 31 dicembre. "Abbiamo già avuto comunicazione che da gennaio saremo senza lavoro - spiega Francesco - a Pomigliano siamo 90, e ci hanno sostituiti durante il nostro stato di agitazione con altri lavoratori interni dello stabilimento. Siamo in tutto 400, impiegati nelle fabbriche italiane del gruppo, e senza commessa di Stellantis non abbiamo un futuro occupazionale. Oggi tocca a noi, ma domani anche i nostri colleghi del Vico potrebbero avere problemi. Dobbiamo essere uniti".
    A dare sostegno ai lavoratori, già affiancati da Fismic e Fiom, sono arrivati anche Giuseppe Conte, alcuni deputati del M5s, dei Verdi e del Pd. (ANSA).
   

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