Campania

A Notre Dame presepe napoletano con il mare e un'edicola votiva

Da domani scene di Biagio Roscigno e pastori dei fratelli Sinno

Redazione Ansa

(di Angelo Cerulo) (ANSA) - NAPOLI, 06 DIC - Un angolo di mare napoletano a Parigi e un'edicola votiva raffigurante la riproduzione su piccola scala del quadro della 'Madonna dei Miracoli' conservata nella Chiesa del Rione Sanità che porta il nome della Vergine.
    C'è anche questo, grazie all'estro e alla passione di Biagio Roscigno, restauratore d'arte sacra e scenografo presepiale, nel 'Presepe Settecentesco Napoletano' (oltre 100 pezzi fra pastori e animali) di Alberto Ravaglioli che sarà inaugurato domani, 7 dicembre, nella Cattedrale di Notre Dame, frutto del progetto artistico dei fratelli Sinno, esponenti di eccellenza della tradizione artigianale all'ombra del Vesuvio. Nel suo laboratorio, situato in un luogo simbolo di Napoli, al piano terra del 'Palazzo dello Spagnuolo' nel Borgo Vergini, Biagio Roscigno ha lavorato per mesi - sostenuto dal fratello Diego e dall'amico Giampiero Fortunato - al progetto di allestimento della rappresentazione e alla scenografia che ha ulteriormente valorizzato i pezzi dei Sinno: "Dalla costruzione del basamento al distanziatore trapezoidale, sistemando poi ad uno ad uno i personaggi sul presepe" dice all'ANSA di ritorno da Parigi. La rappresentazione aprirà al pubblico dal giorno dell'Immacolata e fino al 2 febbraio con il sostegno degli sponsor (Intesa Sanpaolo, Ferrero, Generali, World Cargo), con l'alto patronato dell'Ambasciata francese alla Santa Sede e di quella italiana a Parigi insieme con Istituto italiano di Cultura e Comune di Napoli.
    "Sono orgoglioso di rappresentare all'estero, con gli altri artigiani, la mia città e il mio Paese ma anche la mia categoria" sottolinea emozionato Roscigno, 46 anni, sposato e con due figli, una laurea in Conservazione dei Beni Culturali.
    Ma come è nato il progetto? "Su impulso di Alberto Ravaglioli, un romano appassionato, che due anni fa mi contattò per propormi la costruzione di una scenografia per accogliere la sua collezione di pastori napoletani creata negli anni dalla bottega dei fratelli napoletani Sinno; dopo la sua scomparsa, lo scorso anno, il fratello Marco e l'amico Agatino decidono di realizzare la sua idea di portare il presepe napoletano nella Cattedrale di Notre Dame attraverso l'associazione Gec - Grandi eventi culturali - e intrecciano rapporti con le diverse istituzioni già avviati da Alberto Ravaglioli. Anche il legame con i fratelli Sinno - che già conoscevo - è frutto della volontà di Alberto".
    La scenografia - legno, stucco e sughero con colori a tempera patinati - abbraccia un'area di 5 metri e 80 centimetri per una profondità di due metri e 80 e un'altezza di 2 metri e 50 centimetri. La scena del presepe (costruito a moduli), spiega l'artigiano, rappresenta tre momenti canonici: la natività, l'osteria, l'annuncio ai pastori. Il tutto arricchito da scene di genere: mercato, fontana, mestieri ambulanti. Il richiamo agli usi e ai costumi si può datare intorno alla metà del Settecento napoletano. "La natività è ambientata nel tempio classico con le colonne" sottolinea l'artigiano-artista. L'idea di un angolo di mare nel presepe allestito a Notre Dame gli è venuta spontanea pensando alla sua città mentre il richiamo alla Vergine con un'edicola votiva è frutto sia delle tante icone sparse in ogni angolo del centro antico di Napoli sia per essere stato protagonista, col parroco Valentino De Angelis, del 'ritorno a casa' dopo 215 anni del quadro della 'Madonna dei Miracoli' un anno e mezzo fa del quale non si avevano più notizie.
    Il lavoro attuale, aggiunge Biagio, "è la chiusura di un cerchio professionale: da quando ero piccolo e giocavo col sughero ora mi trovo a Notre Dame... A differenza di altre situazioni lavorative oltre al lato artistico mi ha coinvolto la parte 'emozionale' del progetto". Emozione, passione e volontà di studiare è la raccomandazione che l'artigiano-artista rivolge ai giovani che vogliono incamminarsi sulla sua strada: "Non ci sono scorciatoie - conclude - ma, una volta imboccato, è un percorso che da' grandi soddisfazioni". (ANSA).
   

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