Campania

A Sessa Aurunca inaugurato il nuovo il museo archeologico

Racconterà degli Ausoni-Aurunci, vissuti tra Lazio e Campania

Redazione Ansa

(ANSA) - CASERTA, 18 DIC - È stato inaugurato a Sessa Aurunca, nel Casertano, il nuovo Museo archeologico nazionale.
    Presenti il Direttore generale dei Musei, Massimo Osanna, il dirigente delegato della Direzione regionale Musei nazionali Campania, Luana Toniolo, il Sindaco di Sessa Aurunca, Lorenzo Di Iorio, i curatori Carlo Rescigno, professore ordinario all'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" - Scuola Superiore Meridionale, e Marco Giglio, ricercatore all'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale". Il nuovo museo, prezioso tassello nella rete del Sistema museale nazionale, è stato inaugurato all'interno dei suggestivi spazi del Castello Ducale, che finora ospitavano in un'unica sala una piccola parte dei reperti archeologici provenienti dal Teatro romano della città.
    "L'inaugurazione del Museo archeologico nazionale di Sessa Aurunca - ha affermato il Direttore generale Musei, Massimo Osanna - rappresenta una nuova tappa significativa per il Sistema Museale Nazionale, che quest'anno, in Campania, ha già visto l'apertura del Museo Archeologico di Capri, all'interno della Certosa di San Giacomo. Si tratta di interventi che non solo ampliano l'offerta culturale del territorio, ma rispondono anche alla funzione fondamentale dei musei come presidi culturali, capaci di generare conoscenza e partecipazione nelle comunità. L'allestimento ospitato nel Castello Ducale di Sessa Aurunca - - ha spiegato Osanna - è stato reso possibile grazie ai fondi per l'accessibilità previsti dal Pnrr, e garantisce un'esperienza di visita ottimale avvalendosi anche di soluzioni tecnologiche innovative che offrono una lettura completa ed esaustiva delle straordinarie testimonianze archeologiche del territorio. La realizzazione di questo progetto - ha aggiunto l'alto dirigente del Mic - è il risultato di una stretta collaborazione interistituzionale, che ha coinvolto il Comune di Sessa Aurunca, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e le Università del territorio. Un esempio virtuoso di sinergia tra enti pubblici e istituzioni accademiche, finalizzato alla valorizzazione di un patrimonio che non si limita a raccontare la storia di un territorio, ma ne diventa parte integrante, promuovendo crescita culturale e coesione sociale".
    L'apertura del museo è un passo importante anche per la comunità di Sessa Aurunca, essendo il primo museo archeologico per la città; un nuovo presidio culturale che racconta la storia di Sessa e dell'ampio territorio comprendente la Campania oltre il Volturno e il basso Lazio, tra le montagne di Treglia e la costa di Mondragone, fino ad Aquino e al promontorio Circeo. Un territorio popolato dagli Ausoni-Aurunci, dalle origini nell'età del Ferro (IX-VIII secolo a.C.), fino alla fondazione delle colonie latine di Suessa e Minturnae dopo la conquista romana del 313 a.C.
    Nelle prime tre sale il racconto è dedicato alle fasi preromane, con le ricche testimonianze sugli insediamenti ausoni, fortemente connotati dal sacro, seguite da un focus specifico sui santuari e le aree sacre recintate. Tra questi, spesso costruiti al di fuori delle città, immersi nella natura, lungo i fiumi o sulle alture, il più noto è il santuario dedicato alla dea Marica, presso la foce del fiume Garigliano, di cui vengono ora esposti i numerosi votivi.
    Le sale successive illustrano l'età romana, con tre distinte narrazioni, di cui la prima è dedicata al territorio extraurbano, caratterizzato dalla presenza di ville rustiche e insediamenti dediti alla produzione di vino - tra cui spicca il rinomato Falerno - con le annesse aree destinate alla sepoltura dei defunti. La seconda, allo spazio urbano di Suessa, con la restituzione delle evidenze archeologiche ancora visibili - nonostante la sovrapposizione della città medioevale e moderna - pertinenti soprattutto ai principali edifici pubblici. Infine, l'ultima è sul teatro di Sessa Aurunca, uno degli edifici pubblici di età romana più imponenti scoperti sinora in Campania. Qui, il posizionamento degli elementi di arredo richiama quello che era stato progettato per gli spazi del teatro, sia pur adattandosi ad un ambiente ben differente, e il fulcro visivo è costituito dalla celebre statua di Matidia minor (che era collocata al centro della frons scenae). (ANSA).
   

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