Campania

In coma ma viene iscritto al Pd, "è stato un refuso"

Il partito verifica e chiarisce: "il vero tesserato è un altro"

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Redazione Ansa

+++ AGGIORNA E SOSTITUISCE IL SERVIZIO DELLE 18.30 +++ (ANSA) - NAPOLI, 18 DIC - Iscritto al Pd mentre era in coma.
    Succede a San Martino Valle Caudina, Comune Irpino di poco meno di 5.000 abitanti. A denunciare il caso è stata la moglie dell'uomo, infuriata. Ma in serata la segreteria provinciale del Partito Democratico chiarisce: "E' stato iscritto solo fino al 2022. E' stato un refuso". Una lettera diversa tra due cognomi quasi uguali che ha provocato "un polverone che avremmo volentieri evitato".
    Ma andiamo per gradi. Protagonista involontario di questa vicenda è Giovanni Mista, che è pure il padre di un assessore del Comune di San Martino, guidato dal sindaco Dem Pasquale Pisano. A far scoppiare il caso è stata la moglie. Ha saputo che il marito risultava iscritto al Pd, ma - racconta la donna, come riporta il Corriere del Mezzogiorno - non avrebbe potuto firmare la tessera, "perché era ricoverato in ospedale. È stato ben due mesi in coma per un attacco cerebrale, poi trasferito in una clinica riabilitativa. Non so chi ha firmato e pagato la quota della tessera, ma qualcuno a nostra insaputa, per proprio tornaconto politico, ha utilizzato i suoi dati per sottoscrivere la tessera".
    La moglie di Mista ha spiegato che, dopo aver appreso la notizia del tesseramento "per caso", ha chiesto delle spiegazioni: "mi sembrava il minimo in una situazione così paradossale". Ma ha avuto solo risposte evasive e la proposta di "chiudere in modo amichevole la vicenda con una telefonata di scuse per quanto avvenuto. Ma io non so che farmene delle scuse, perché sono entrati nella mia sfera privata". "Ci siamo sentiti usati", prosegue la donna nel suo sfogo, aggiungendo che quello del marito "non è un caso isolato. Anche una mia amica è stata iscritta assieme ai suoi due fratelli, a sua insaputa. E non solo. Nel nostro caso è già la seconda volta. Lo volevano far assumere come operaio interinale, mentre lui era in coma, forse per lavarsi la coscienza".
    La notizia inizia a rimbalzare sui siti e a scendere in campo è Antonio Misiani, senatore e commissario del Partito Democratico in Campania: "Noi - tuona - i signori delle tessere li abbiamo mandati via. Abbiamo contrastato e contrasteremo fino in fondo qualunque forma di abusi e di irregolarità. Ho intenzione di verificare fino in fondo quello che è successo che è una vergona. Naturalmente prenderemo provvedimenti verso chi ha fatto una tessera falsa ad una persona che non aveva la minima intenzione. Il diretto interessato ha la mia solidarietà così come i familiari che hanno denunciato. Non hanno e non avranno la mia solidarietà i cretini che hanno fatto questa cosa".
    Gli accertamenti sollecitati da Misiani prendono alcune ore e, in serata, arriva il responso della segreteria provinciale del Pd. "Dalle verifiche che abbiamo effettuato - si legge in una nota - G.M, queste le iniziali del presunto tesserato, è stato iscritto al nostro partito fino al 31 dicembre 2022. Non c'è adesione per il 2023 e non c'è nemmeno per il 2024. C'è, al contrario, un tesserato con adesione valida per il 2023 le cui iniziali sono G.N.. Per un refuso G.M, il quale, ribadiamo, non ha sottoscritto alcuna adesione, è stato riportato nell'elenco generale. Ma non essendoci adesione, non può essere considerato un tesserato. Una sola lettera di differenza tra i cognomi che ha sollevato, nostro malgrado, un polverone che volentieri avremmo evitato". "Detto questo - aggiunge il Pd - abbiamo comunque attivato tutti gli organismi competenti, in primis la commissione provinciale per il tesseramento e la commissione provinciale di garanzia per tutte le verifiche del caso. Ne va della onorabilità di questa federazione che da sempre, con impegno e dedizione, porta avanti un'azione politica indirizzata all'interesse dei nostri territori e improntata alla più totale trasparenza. A tal riguardo la nostra federazione si riserva di intraprendere tutte le azioni legali del caso a tutela della propria rispettabilità e contro chi ha diffuso notizie infondate che rischiano di ledere fortemente la nostra immagine a livello locale, regionale e nazionale". (ANSA).
   

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