Campania

'Il volto costituzionale del carcere', confronto a Napoli

Presentato il libro del garante campano dei detenuti Ciambriello

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 20 DIC - "Il volto costituzionale del carcere" è il titolo dell'incontro svoltosi nella sala Don Peppe Diana del Consiglio regionale della Campania, in occasione della presentazione di "Carcere. Idee, proposte e riflessioni" (Rogiosi Editore 2020), di Samuele Ciambriello garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Un incontro organizzato dal garante e dall'Arec.
    (Associazione ex Consiglieri Regionali) presenti Nando Morra e Franco Bianco vicepresidenti Arec, la Direttrice del carcere di Secondigliano Giulia Russo, la presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli Patrizia Mirra, Tullio Morello membro del CSM e Don Franco Esposito direttore pastorale carceraria Diocesi di Napoli, da remoto l'intervento di Giovanni Russo capo Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria.
    Le rilevanti criticità che caratterizzano la realtà carceraria secondo il garante "sono la prova, nella loro degenerazione, del tradimento del dettato costituzionale che vede nella pena una funzione redentiva e non afflittiva". Nel suo intervento Ciambriello si è soffermato sulla durezza delle condizioni in cui versa la comunità carceraria e che condiziona detenuti e detenenti: "Dignità è un paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei ristretti." Purtroppo, però, il sovraffollamento non è l'unico problema e, secondo il garante, la sicurezza non si può semplificare con il carcere e non può essere declinata solo in termini di proibizionismo e punizioni. Il garante ha concluso auspicando "Non un pacchetto sicurezza ma interventi che siano il frutto di una coscienza civile in crescita contro ogni deriva giustizialista. Il tutto è riassunto nel riferimento alla Costituzione vista come baluardo di chiunque si occupi di carcere rispettandone la funzione rieducativa e negando ogni meccanismo che tenda a umiliare piuttosto che ricomporre." (ANSA).
   

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