(ANSA) - NAPOLI, 21 DIC - Nel mondo antico il vino è stato
uno degli ingredienti più usati in medicina. Il
frutto della vite è citato già nelle "ricette" farmaceutiche
incise sulle tavolette d'argilla mesopotamiche (II millennio
a.
Reduce dal bilancio positivo dell'ultimo volume dedicato alla
storia della parte più riservata e nascosta della città ("Le 99
vie massoniche di Napoli"), Piedimonte stavolta ha allargato lo
sguardo al resto mondo per proporre chicche di storia e
mitologia. Spiccano le testimonianze bibliche, dalla "sbornia"
di Noè alla celebre parabola del Samaritano: «…gli fasciò le
ferite versandovi olio e vino…» (Luca 10, 29‑37), e ovviamente
il calice per eccellenza, quello del mitico Graal, la coppa
dell'Ultima cena e del sangue della crocifissione, simbolo della
transustanziazione e perciò fonte di guarigione e immortalità.
Ugualmente interessante è ciò che emerge dal tempo dei Faraoni:
gli unguenti di Horus, la "Tomba delle vigne", il vino della
misteriosa regina Meret-Neith, le ricette mediche del grande
Imhotep, i filtri magici e i celeberrimi papiri medici. Per gli
effetti che è in grado di produrre sull'uomo e per la sua
potente carica simbolica che lo ha
sempre circondato, il vino ha avuto un ruolo centrale sia nelle
dinamiche culturali e quindi anche nell'uso sacrale e
cerimoniale, uno strumento privilegiato di aggregazione e al
tempo stesso per avvicinarsi al divino. E dunque anche per
l'ambito iniziatico (si pensi solo ai brindisi rituali delle
agapi massoniche).
Sempre sospeso tra alchimia e medicina, l'excursus di
Piedimonte - che all'esoterismo ha dedicato opere di riferimento
- ci porta nell'antica Grecia (Dioniso, Pitagora, Asclepio,
Teofrasto, Circe), nell'impero romano (Catone, Orazio, Galeno,
Dioscoride, Plinio e l'antica Pompei), e nel rutilante Medioevo:
la Schola medica salernitana e la dottoressa Trotula, il "Liber
de Vinis" del Villanova, i miracula vini e santa Ildegarda "la
guaritrice". Non mancano la Scuola alchemica francescana,
Raimondo Lullo, Marsilio Ficino, Isaac Newton, Paracelso, Giovan
Battista Della Porta, il principe di Sansevero. E ancora:
Silvestro il "Papa mago", il vino-viagra del conte Cagliostro,
il vino di Luigi XIV, le grandi spezierie di Firenze e Milano,
il vino alla coca Mariani, la storia della "fata verde" (il vino
all'assenzio). Dulcis in fundo, il ruolo del dono Dioniso come
"pharmakon dell'anima", dunque il vino nell'arte e nella poesia,
una panoramica sequenza di autori e di opere con tante citazioni
che aprono ad altri orizzonti. (ANSA).
Libri: '"In vino sanitas", viaggio nel mito e nella storia
Domani a Napoli presentazione del lavoro di Antonio Piedimonte