Campania

Libri: '"In vino sanitas", viaggio nel mito e nella storia

Domani a Napoli presentazione del lavoro di Antonio Piedimonte

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 21 DIC - Nel mondo antico il vino è stato uno degli ingredienti più usati in medicina. Il frutto della vite è citato già nelle "ricette" farmaceutiche incise sulle tavolette d'argilla mesopotamiche (II millennio a. C.), così come nei papiri egizi e copti, nelle prescrizioni di epoca greca, nei prontuari etruschi e romani. Un lungo, liquido percorso che de facto arriva ai nostri giorni con quella che viene chiamata wine terapy. Il dono di Dioniso, infatti, è stato usato come anestetico, antipiretico, disinfettante, diuretico, antisettico, cicatrizzante, e soprattutto come componente essenziale nella realizzazione e nell'applicazione di unguenti, colliri, creme, sciroppi, empiastri, spugnature, infusi, decotti, irrigazioni, gargarismi, fasciature, elisir e molto altro. È una storia poco conosciuta - e particolarmente ricca di curiosità e sorprese - quella che il giornalista de "la Stampa" Antonio Emanuele Piedimonte ha raccolto nel suo nuovo libro: "In vino sanitas - Mito e storia: il vino come cura tra alchimia, farmacia e medicina" (224 pagine, 22 euro, in vendita su Amazon in formato solo cartaceo), opera di divulgazione sostenuta da una corposa bibliografia e tante citazioni. Pubblicato dalla casa editrice irpo-milanese Sub Rosa (dal motto esoterico "Sub rosa dicta velata est"), il volume - che è arricchito da una postfazione curata dal professor Florindo d'Onofrio (direttore della Stroke unit dell'ospedale "Moscati" di Avellino - sarà presentato domani, 22 dicembre, alle 17, nella chiesa Sant'Aniello a Caponapoli, nel corso di un incontro con la dottoressa Anna Savarese (Legambiente Campania); il giornalista Sabatino di Majo (moderatore), il giornalista scientifico Giuseppe Del Bello ("la Repubblica"), il giornalista culturale Marco Perillo ("Mattino"), il neurologo Florindo d'Onofrio, il professor Luca de Luca Picione (docente di Sociologia alla Federico II), l'artista ed autore Alfredo Raimondi.
    Reduce dal bilancio positivo dell'ultimo volume dedicato alla storia della parte più riservata e nascosta della città ("Le 99 vie massoniche di Napoli"), Piedimonte stavolta ha allargato lo sguardo al resto mondo per proporre chicche di storia e mitologia. Spiccano le testimonianze bibliche, dalla "sbornia" di Noè alla celebre parabola del Samaritano: «…gli fasciò le ferite versandovi olio e vino…» (Luca 10, 29‑37), e ovviamente il calice per eccellenza, quello del mitico Graal, la coppa dell'Ultima cena e del sangue della crocifissione, simbolo della transustanziazione e perciò fonte di guarigione e immortalità.
    Ugualmente interessante è ciò che emerge dal tempo dei Faraoni: gli unguenti di Horus, la "Tomba delle vigne", il vino della misteriosa regina Meret-Neith, le ricette mediche del grande Imhotep, i filtri magici e i celeberrimi papiri medici. Per gli effetti che è in grado di produrre sull'uomo e per la sua potente carica simbolica che lo ha sempre circondato, il vino ha avuto un ruolo centrale sia nelle dinamiche culturali e quindi anche nell'uso sacrale e cerimoniale, uno strumento privilegiato di aggregazione e al tempo stesso per avvicinarsi al divino. E dunque anche per l'ambito iniziatico (si pensi solo ai brindisi rituali delle agapi massoniche).
    Sempre sospeso tra alchimia e medicina, l'excursus di Piedimonte - che all'esoterismo ha dedicato opere di riferimento - ci porta nell'antica Grecia (Dioniso, Pitagora, Asclepio, Teofrasto, Circe), nell'impero romano (Catone, Orazio, Galeno, Dioscoride, Plinio e l'antica Pompei), e nel rutilante Medioevo: la Schola medica salernitana e la dottoressa Trotula, il "Liber de Vinis" del Villanova, i miracula vini e santa Ildegarda "la guaritrice". Non mancano la Scuola alchemica francescana, Raimondo Lullo, Marsilio Ficino, Isaac Newton, Paracelso, Giovan Battista Della Porta, il principe di Sansevero. E ancora: Silvestro il "Papa mago", il vino-viagra del conte Cagliostro, il vino di Luigi XIV, le grandi spezierie di Firenze e Milano, il vino alla coca Mariani, la storia della "fata verde" (il vino all'assenzio). Dulcis in fundo, il ruolo del dono Dioniso come "pharmakon dell'anima", dunque il vino nell'arte e nella poesia, una panoramica sequenza di autori e di opere con tante citazioni che aprono ad altri orizzonti. (ANSA).
   

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