(ANSA) - NAPOLI, 08 GEN - Adottare un piano regionale
finalizzato al rilancio del settore olivicolo-oleario è una
necessità. Simbolo di eccellenza e tradizione, nonostante il suo
enorme potenziale l'olivicoltura campana è alle prese con sfide
senza precedenti dovute a una produzione che cala
strutturalmente, costi di gestione in aumento, un contesto
climatico sempre più ostile ma anche all'invecchiamento degli
impianti.
"Nella nostra regione, la maggior parte degli oliveti (61 per
cento) ha oltre 50 anni", fa sapere Confagricoltura Campania.
"Si avverte la necessità di un Piano Olivicolo Regionale che
unisca innovazione, sostenibilità e valorizzazione del prodotto,
incentivando la riconversione degli impianti obsoleti con
modelli intensivi e superintensivi e modernizzando i frantoi per
garantire oli di maggiore qualità e competitività.
Parallelamente, è fondamentale tutelare gli oliveti storici e le
aree collinari, incentivando la manutenzione e il recupero degli
oliveti abbandonati per salvaguardare il paesaggio e mitigare i
rischi idrogeologici". Un'altra opportunità è offerta
dall'oleoturismo: "Con un intervento strutturato e coordinato,
basato sulla sostenibilità, si potrebbero generare opportunità
economiche per le aziende agricole".
In Campania, la provincia di Salerno è la principale area
produttrice di olive e olio con 38.161 tonnellate di olive
raccolte e 5.182 tonnellate di olio prodotto nell'ultima
campagna olearia. Napoli presenta volumi produttivi più bassi:
3.831 tonnellate di olive raccolte e 510 di olio prodotto.
Mentre Benevento, Caserta e Avellino si collocano in una
posizione intermedia, rispettivamente con 18.471, 11.467 e
10.561 tonnellate di olive raccolte; e 2.095, 1.276 e 1.400
tonnellate di olio prodotto.
"I dati - sottolinea Confagricoltura Campania - ci dicono che la
regione contribuisce per il 5,8% alla produzione nazionale di
olive (82.491 tonnellate su 1.413.139 tonnellate) e per il 5,3%
alla produzione di olio (10.463 tonnellate su 197.710
tonnellate). La resa media regionale (12,68%) è leggermente
inferiore alla media nazionale (13,99%): significa che la
maggior parte degli oliveti è obsoleta e poco produttiva. La
proposta di Confagricoltura Campania di incentivare la
riconversione degli impianti rappresenta una soluzione concreta
per incrementare la produttività, ridurre i costi di gestione e
rendere il settore competitivo sia a livello nazionale che
internazionale".
Tra le altre urgenze, maggiori investimenti nella ricerca
scientifica e nell'applicazione di soluzioni contro le malattie
delle piante; la valorizzazione del prodotto con campagne di
educazione al consumo, promozione mirata e maggiore trasparenza
sui mercati; e sostegno economico e formazione per le aziende.
(ANSA).
Il 61% degli oliveti della Campania ha più di 50 anni
Confagricoltura: "Subito un piano per il rilancio del settore"