Campania

Gigi e Ross al Monaldi, "per regalare un po' di leggerezza"

Pazienti in maschera, l'importanza di "parlare e raccontarsi"

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 04 MAR - "Giornate come questa hanno la leggerezza che ci piace regalare, visto che la situazione è già tanto pesante. Qui all'ospedale Monaldi hanno organizzato una cosa molto emozionante e allo stesso tempo molto divertente: con una sorta di interattività, si sono messi in gioco i medici e gli stessi pazienti, affidandoci i loro pensieri". Il comico Ross spiega così la partecipazione sua e del collega Gigi alla festa di Carnevale organizzata presso l'ospedale napoletano: un'occasione per illustrare i risultati del Progetto S.O.R.R.I.S.O. (Servizio di Ospedalizzazione e Riabilitazione attraverso una Rete Integrata per il Sostegno Oncologico) e del Progetto Benessere, due iniziative organizzate presso la Uoc di Oncologia coniugando eccellenza clinica e approccio umano e integrato al paziente e alle cure.
    Il pomeriggio ha offerto momenti emozionanti tra cui la sfilata in maschera dei pazienti, simbolo delle difficoltà, ma anche delle speranze e del coraggio con cui affrontano ogni giorno la malattia. Una sfilata fortemente voluta dagli stessi malati che è stata accompagnata simbolicamente dal suono delle campanelle realizzate ad Agnone, in Molise, nella storica fonderia pontificia. Un suono di rinascita che, solitamente, accompagna la fine delle terapie.
    "Il rapporto diretto - spiega Ross - è bellissimo, noi lo abbiamo già fatto in un cortometraggio che si chiama 'Amici per la pelle', ideato da Paolo Ascierto, in cui si parla di due ragazzi, interpretati da noi, malati di melanoma che fanno un percorso di cure che portaranno uno a farcela, l'altro no. E' molto giusto partecipare a eventi negli ospedali dove il lavoro dei medici è fortissimo, ma si vivono esperienze che vanno anche raccontate, perché più se ne parla è meno malati restano soli.
    Bisogna far passare il timore di parlare e raccontarsi".
    L'evento è stato arricchito dalla musica del maestro Carlo Morelli e della sua band, che ha regalato momenti di emozione.
    L'evento è stato organizzato dal direttore dell'Oncologia del Monaldi, Vincenzo Montesarchio, che sottolinea come "l'oncologia è fatta di pazienti estremamente sensibili. Oggi il cancro si cura in buona percentuale dei casi, si guarisce in tantissimi casi. Ma c'è un altro lato della medaglia, il malato oltre la malattia, sotto l'aspetto psicologico, dal dramma della diagnosi al percorso delle indagini, al ricorrere all'ospedale in continuazione per mesi o per anni. Tutto questo fa parte di un bagaglio culturale che pure noi medici dobbiamo in qualche modo approfondire e dobbiamo porci il problema. La sfilata in maschera di oggi significa questo, dietro ogni maschera c'è un paziente e dietro a quella maschera ci sono sentimenti, ci sono problemi, ci sono drammi e paure ma c'è anche tanto sorriso che noi altri dobbiamo in qualche modo portare".

Al Monaldi una festa per umanizzare percorsi di cura 

 "Abbiamo l'aspirazione di accompagnare i pazienti in un percorso di vita, che non è fatto soltanto di cure, di momenti di sofferenza, ma anche di speranza. C'è bisogno di un volto amico, di una persona che ti porta con sé, ti dà la mano, ti conduce in un momento difficile e ti fa anche intravedere una speranza o comunque un modo diverso di vivere la malattia. Sono momenti importanti perchè occorre nutrire l'anima oltre che curare la malattia". Così il direttore generale dell'Azienda Ospedaliera dei Colli, Anna Iervolino, spiega l'evento "Carnevale con il S.o.r.r.i.s.o", un pomeriggio di festa per parlare di umanizzazione dei percorsi di cura in oncologia al Mondaldi, organizzato dall'Uoc diretta da Vincenzo Montesarchio. Iervolino sottolinea che al Monaldi "abbiamo dei professionisti eccellenti e avvertiamo tutti la grande responsabilità di assicurare ai pazienti le cure migliori che significano anche andare oltre, occuparsi pure dei familiari, e organizzare dei percorsi facilitati e agevolati che evita le file qui e soprattutto la migrazione in altre Regioni. Un impegno che ha invertito la rotta dei pazienti fuori dalla Campania e anzi oggi da altre Regioni ci scelgono per i professionisti e, con un pizzico di orgoglio, anche per una organizzazione nuova che pone il paziente al centro dei percorsi di cura". La direttrice sottolinea che il Monaldi è molto cresciuto nella cura dei tumori: "Negli ultimi 20 anni - dice - le cure oncologiche sono cambiate. Non c'è soltanto l'approccio chemioterapico tradizionale, ma ci sono le terapie molecolari, il target e l'immunologia. L'obiettivo è quello di facilitare e diffondere una cultura di medicina di precisione e personalizzata. Qui queste cure trovano il loro habitat naturale perché i nostri professionisti si nutrono di aggiornamento scientifico, professionale e noi li sosteniamo con percorsi tecnologici". (ANSA).
   

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