Campania

Ventenne ucciso: Covelli, "cultura e formazione per prevenire"

Il pg Policastro, "questione ampia che investe le istituzioni"

Ventenne ucciso: Covelli, "cultura e formazione per prevenire"

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 19 MAR - "Noi dobbiamo cercare di fare anche cultura, formazione. Dobbiamo cercare di informare la collettività ai fini di prevenzione perché solo facendo cultura e buona informazione a tutta la collettività, possiamo tentare di dare una mano anche al fine di prevenire questi fenomeni". Lo ha detto la presidente della Corte d'Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, a chi le ha chiesto un commento sulla devianza minorile e, in particolare, sull'ultimo omicidio, avvenuto sabato sera a Napoli, con vittima un giovane di 20 anni.
    Rispondendo alla domanda se sia cambiata la criminalità, ha detto: "Purtroppo c'è una grandissima devianza minorile. Ma io non credo che sia solo nel distretto di Napoli. In realtà - ha spiegato ai cronisti - ci sono delle modalità di espressione qui a Napoli. Poi, voi sapete, Napoli è una città che si esprime nel bene e nel male. Ma sicuramente queste ormai sono delle espressioni che troviamo anche a Milano, a Roma in tutte le grandi città. Qui a Napoli stiamo cercando, con una rete istituzionale che abbiamo anche con la Prefettura, la Regione e il Comune e con le associazioni di volontariato che sono molto presenti e attive, di dare ognuno, in relazione ai propri ambiti e competenze, un contributo soprattutto per prevenire perchè quello che abbiamo constatato è che purtroppo l'apparato investigativo e repressivo, che è straordinario qui a Napoli, non è sufficiente. Quindi, dobbiamo agire sulla prevenzione attraverso cultura e buona informazione". E, a proposito dell'ultimo omicidio il Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Napoli, Aldo Policastro interpellato a margine della presentazione dei nuovi siti web della Corte d'Appello di Napoli e Procura Generale presso la Corte d'Appello di Napoli, ha detto: "Ripeto, ancora una volta, non è solo questione di repressione o di intervento penale ma è una questione molto più ampia che investe, in primo luogo, la società quindi le istituzioni politiche ed educative" ha spiegato ai cronisti. "E quindi, non è possibile che noi ci troviamo ciclicamente e periodicamente a dover piangere giovani, bambini che muoiono dopo conflitti a fuoco o sotto colpi d'arma da fuoco. E' una situazione tragica, a mio parere, e non adeguatamente affrontata dal punto di vista complessivo".
    (ANSA).
   

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