Campania

Udienza per Santo Romano, bus di amici e urla 'Giustizia!'

Frasi d'affetto e cuori impressi sulle magliette col suo volto

Processo per omicidio Santo Romano, amici urlano 'giustizia'

Redazione Ansa

(di Claudia Clemente) (ANSA) - NAPOLI, 25 MAR - Le lacrime. La commozione. E una parola urlata a gran voce: giustizia. In tanti, tra parenti e amici, dalle 9.30 hanno sostato all'esterno del Tribunale per i Minorenni di Napoli per la prima udienza del processo che vede imputato un 17enne per l'omicidio di Santo Romano, avvenuto la notte tra l'1 e 2 novembre dello scorso anno a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. Un delitto avvenuto per un movente assurdo: a fare scattare la lite sfociata nell'omicidio, infatti, fu un paio di scarpe Gucci sporcate.
    La vittima, giovane promessa del calcio, 19 anni e una vita ancora tutta da vivere, militava come portiere nella squadra di Eccellenza Asd Micri di Pomigliano d'Arco. Oggi è stato ricordato nelle frasi impresse sui teli bianchi apposti al cancello del Tribunale, mentre il suo volto campeggiava sulle magliette bianche indossate dalla madre Filomena De Mare e dai tantissimi amici, oltre che dalla fidanzata Simona, che tra le mani stringeva la scarpa di calcio di Santo. Col passare delle ore la folla si è ingrossata: anche due bus partiti da Volla vicino a Casoria la città in cui viveva Santo, sono giunti ai Colli Aminei, sede del Tribunale per i Minori. Presente anche il sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, Giuseppe Panico. Tutti per affetto verso Santo, tutti in attesa di notizie e di saperne di più.
    "Penso che la gente sia stanca, la Giustizia deve capire che la parte bella di Napoli, intesa come quella dei ragazzi puliti, che vanno a scuola, lavorano e vogliono divertirsi, non ne può più", ha detto ai cronisti Filomena De Mare prima di assistere all'udienza accompagnata dall'avvocato Marco De Scisciolo.
    Accanto a lei il deputato Avs Francesco Emilio Borrelli e i parenti più stretti.
    "Se il tempo passa il ricordo resta", "Napoli alza la voce per i giovani che non possono più sognare" le scritte impresse sui teli e poi il volto di Santo portiere di calcio, i cuori rossi. Quei cuori con la scritta 'Santo vive' che, in formato adesivo, quasi tutti mostrano sulla t-shirt bianca. "Se le lacrime potessero costruire una scala vorrei camminare fino al cielo e riportarti a casa. Santo vive'", la scritta su un cartello. Sedute sul muretto che costeggia il Tribunale tante mamme, che dicono di essere preoccupate per il futuro dei loro figli: "Non vogliamo più che circolino armi. Quando i nostri figli escono la sera siamo in ansia, abbiamo terrore che possa accadere qualcosa".
    L'udienza si è svolta a porte chiuse, mentre all'esterno dal gruppo di amici si è alzato a più riprese il grido 'Giustizia! Giustizia!'. I giudici hanno accolto la richiesta di rito abbreviato e la discussione è stata rinviata al 29 aprile. Per quel giorno è attesa la sentenza.
    Un po' di tensione alla fine, quando alcuni ragazzi che avevano manifestato solidarietà ad amici di Santo hanno discusso a gran voce con un gruppo di persone scambiate erroneamente per familiari dell'imputato. (ANSA).
   

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