Campania

Prevenzione contro devianza minori,a gennaio Consiglio regionale

Procuratrice Imperato, è la strada principale da percorrere

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 04 DIC - Dal 1° gennaio al 15 novembre i minorenni affidati ai servizi sociali, portati nelle comunità, nelle carceri, messi alla prova in Italia sono stati 14.819. In Campania presi in carico dagli uffici di servizio sociale per i minorenni per la prima volta nel 2024 tra Napoli e Salerno sono 758, 1.899 considerando quelli già presi in carico. Sono alcuni dati resi noti nel convegno 'Male Fuori' organizzato dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e dall'Associazione Italiana Giovani Avvocati nella Sala Multimediale del Consiglio Regionale della Campania.
    Per restare in Campania, al 15 novembre nell'istituto penale di Nisida sono presenti 70 detenuti e nell'Ipm di Airola 30, per un totale di 100 detenuti a fronte degli 84 al 31 dicembre 2023. La maggior parte dei ragazzi detenuti hanno tra i 16 e 17 anni per un totale di 48 tra Nisida e Airola.
    "Facciamo attenzione a come prevenire il disagio e la devianza" esorta Samuele Ciambriello, garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. "Una volta che queste persone vanno in carcere o in comunità o sono messe alla prova, per evitare la recidiva, che cosa fanno le istituzioni? dicono solo di abbassare l'età punibile? custodire? Ergastolo? Non c'è un mare dentro, c'è molto male fuori e poca prevenzione fuori".
    Parla di 'dati allarmanti' Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale della Campania "Tanti giovani sono segnalati all'autorità giudiziaria per questo abbiamo bisogno di fare attività di prevenzione. Ora, può essere la scuola pomeridiana? Ma se non ci vanno la mattina come possono il pomeriggio? Dobbiamo andare a 'raccoglierli' con l'aiuto delle associazioni.
    Faremo un tavolo di discussione, una seduta monotematica su disagio e devianza minorile, da tenere nel prossimo mese di gennaio".
    Per Bruna Fiola, presidente della Commissione Regionale Politiche Sociali:"La politica sta facendo tanto ma non basta: ce lo dicono le cronache che ci rappresentano ogni giorno una situazione sempre più drammatica. La presa in carico dei minori già segnalati non risultata sufficiente ed occorre affrontare la problematica nel suo complesso, coinvolgendo la famiglia e la scuola, integrando il programma 'Scuola Viva' con delle azioni che non solo allontanino i ragazzi dalla strada ma che riportino a scuola coloro che non frequentano".
    Per la Procuratrice della Repubblica per i Minorenni di Napoli, Patrizia Imperato: "la strada principe da percorrere è quella della prevenzione concreta che dia la possibilità a questi ragazzi di non aderire a modelli criminali e criminogeni" nel corso del convegno ha spiegato che "è molto importante puntare sull'educazione dei giovani che sono interessati da comportamenti di devianza e, particolarmente, di coloro che sono collocati in istituti penali minorili, ma è fondamentale garantire loro una prospettiva occupazionale perché il lavoro rappresenta il vero ed efficace strumento per la piena realizzazione del reinserimento sociale e per la piena concretizzazione della dignità e del futuro delle persone".
    Il Presidente di Associazione Italiana Giovani Avvocati, Francesco Zaccaria: "Riteniamo che il Decreto Caivano abbia generato alcune criticità in quanto, ad esempio, l'esclusione della messa in prova per i minori che hanno commesso determinati reati rappresenta una perdita di opportunità per la rieducazione e il reinserimento sociale dei giovani, in quanto la sola punizione si è dimostrata che è del tutto insufficiente". (ANSA)

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