(ANSA) - NAPOLI, 09 GEN - "Al di là dei cambi di paradigma e
delle narrazioni costruite sull'ottimismo, c'è da mettere al
centro della discussione politica e sindacale una nuova
questione del Mezzogiorno". E' quanto ha affermato il segretario
generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci,
intervenendo al convegno "Viste da Sud: storia e prospettive
delle politiche di sviluppo del Mezzogiorno" promosso con la
Fondazione Di Vittorio.
"Questa - ha spiegato Clara Lodomini, della segreteria Cgil
Napoli e Campania - è un'iniziativa che rientra nel piano di
formazione biennale della Cgil Campania 25/26, finalizzata ad
accendere i riflettori sul Mezzogiorno. Abbiamo la necessità non
soltanto di fare un'analisi della condizione presente ma
vogliamo ripercorrere a ritroso la storia delle scelte politiche
che hanno riguardato il Mezzogiorno, per capire quali sono state
le ragioni del mancato e ritardato sviluppo. L'obiettivo è
quello di riconnettere presente e passato per costruire il
futuro della nostra azione sindacale".
"Dopo un anno assolutamente positivo - ha affermato il direttore
generale di Svimez, Luca Bianchi - per il 2025 anche noi, come
Svimez, registriamo un'inversione di tendenza. Ci sono alcuni
segnali di peggioramento che riguardano sia il mercato del
lavoro, ma soprattutto anche il quadro di finanza pubblica e le
politiche di risanamento che bisognerà mettere in atto con il
piano di stabilità nuovo europeo". "Già la legge di bilancio
2025 - ha ricordato Bianchi - ha fatto segnare una riduzione
delle risorse per il Mezzogiorno che noi abbiamo stimato intorno
ai 5 miliardi nel prossimo triennio. Su questo impatta la
riduzione della contribuzione Sud che era uno strumento
fondamentale, che è stato in parte recuperato, ma fortemente
depotenziato. Quindi il problema adesso è che rischiamo di
essere un momento di svolta negativo".
"I grandi processi di trasformazione che sono in corso - ha
detto il presidente della Fondazione Di Vittorio, Francesco
Sinopoli - ci assegnano un'enorme responsabilità. Quella di
avere la forza, il coraggio di mettere in discussione un modello
di sviluppo che è insostenibile, che non andava imitato e che
può vedere nel Mezzogiorno d'Italia e del mondo un'alternativa.
L'unica alternativa per consegnare il mondo alle generazioni
future. Serve un'altra idea di società, un'altra idea di
democrazia partecipata, condivisa, ripensare letteralmente le
basi dello sviluppo, mettere in discussione la parola stessa
sviluppo per come è stata nei fatti connotata negli ultimi 70
anni".
"Vogliamo evidenziare innanzitutto - ha detto Christian Ferrari,
segretario nazionale della Cgil - un punto di fondo: dalle
condizioni, dalle prospettive del Mezzogiorno, dipendono le
condizioni e le prospettive di tutta l'Italia, settentrione
compreso. Questo è un punto politico che ormai è andato perso
anche nell'agenda politica e noi vogliamo dire che oltre ai
tanti problemi ci sono anche delle straordinarie potenzialità.
Con l'autonomia differenziata rischiamo non solo di non andare
nella direzione di riduzione dei divari e di rilancio del
sistema produttivo meridionale, ma di comprometterne le
prospettive. E in questo modo facciamo un danno a tutta
l'Italia". Sull'autonomia differenziata, ha aggiunto Ferrari,
"noi consideriamo la sentenza della Consulta anche come una
nostra vittoria politica, ma per quanto menomata, la legge
Calderoli può fare ancora molti danni alle persone che
rappresentiamo, dalla sanità alla legislazione sulla salute e
sicurezza. La questione dei lep a risorse invariate ormai è una
farsa. Non solo non ci sono i soldi per garantirli in tutta
Italia, ma con la legge di bilancio, il piano strutturale che è
stato varato dal governo ce ne saranno ancora meno. Noi pensiamo
che questa sia una battaglia che vale la pena di fare".
"Vogliamo completare il lavoro - ha concluso Ferrari - e dire
una parola definitiva a questo progetto che frantuma l'Italia.
Pensiamo che, oltre agli aspetti di incostituzionalità, c'è un
merito e un indirizzo politico che non va bene e che vogliamo
battere". (ANSA).
Sud, convegno a Napoli di Cgil e Fondazione Di Vittorio
Ricci: "Mettere al centro una nuova questione Mezzogiorno"