(ANSA) - ACERRA, 17 MAG - Il sindaco di Acerra (Napoli), Tito
d'Errico, ha inviato una nuova lettera al Ministero per
l'Ambiente, con la quale chiede di essere informato "con la
massima urgenza" su ogni passo della procedura giudiziaria
avviata dallo Stato per esercitare l'azione risarcitoria a
carico dei fratelli Pellini, così da consentire al Comune un
intervento diretto in sede civile. Lo rendono noto dal Comune,
sottolineando che il Ministero ha invitato l'Ispra a redigere
una relazione tecnico-scientifica per individuare le misure di
riparazione primaria ed eventualmente complementare e
compensativa, indicandone i relativi costi, in risposta ad una
precedente richiesta dell'amministrazione comunale che aveva
sollecitato il dicastero ad attivarsi per rendere effettivo il
ristoro alla città per il danno ambientale subito dal disastro
accertato. Un'istanza che il sindaco d'Errico aveva di recente
anche consegnato direttamente al Prefetto di Napoli, Michele di
Bari. "Seguiremo ogni passaggio di questa vicenda che riguarda
la tutela del nostro territorio - sottolinea il sindaco - pronti
ad intervenire direttamente in giudizio per sostenere le ragioni
dell'azione di danno pubblico ambientale avviata dal Ministero,
con l'obiettivo di ottenere il completo ripristino dello stato
dell'ambiente danneggiato". Nella lettera, inoltre, d'Errico ha
indicato la disponibilità degli uffici comunali per qualunque
forma di collaborazione. I fratelli Pellini, nel dispositivo di
sentenza del 2017, furono condannati anche al risarcimento del
danno in favore delle parti civili costituite, con la
precisazione che stante l'assoluta indeterminatezza del danno e
la mancanza di elementi concreti e specifici ai fini della
liquidazione di una somma certa, la misura del danno andava
determinata in sede civile. In quel processo, però, l'unica
parte civile ammessa era stata il Ministero dell'Ambiente in
quanto la legittimazione ad esercitare il danno pubblico
ambientale spetta esclusivamente allo Stato. Il patrimonio degli
imprenditori fu confiscato, ma il mese scorso la Corte di
Cassazione ha annullato il provvedimento per decorrenza dei
termini. (ANSA).
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