(dall'inviata Cinzia Conti)
(ANSA) - GIFFONI VALLE PIANA, 24 LUG - Una cosa "necessaria
decisiva fondamentale urgente straordinaria strepitosa
inaspettata". Tutto questo è accaduto nella mente e nel cuore di
Paolo Ruffini che ha presentato "Sospesi", il film realizzato
con e per il Giffoni all'interno di San Patrignano nel progetto
SanPa Cine Lab, laboratorio di cinematografia sperimentale da
lui diretto nella comunità.
Quattro storie che ruotano attorno al concetto della sospensione
dell'amore, come momentaneamente sospesa è la vita all'interno
della comunità. E che della comunità fanno vivere tutti i
luoghi: l'immensa sala da pranzo, la lavanderia, il canile, il
deposito del fieno, e ancora, le vigne, gli allevamenti, il
laboratorio delle decorazioni, il palazzetto per l'equitazione,
la piscina semiolimpionica, il teatro.
Un progetto che ha dato tanto a tutti: "A me per primo - dice
Ruffini - perché mi ha fatto ritrovare l'amore per il mio lavoro
che avevo un po' perso e poi a tutti i partecipanti che, ripeto,
sono tutti della comunità e che hanno ricoperto tutte le figure
professionali della filiera produttiva, dalla regia alla
fotografia, dalla produzione alla recitazione, fino al trucco e
ai costumi. Il direttore fotografia del corto si chiama
Valentino, è un ragazzo di vent'anni che vive qua. In altri
ambiti, prima di muovere la macchina da presa passano due anni.
Qui è successo tutto in pochi giorni. E questa cosa, combinata
con una serie di alchimie che esistono solo a San Patrignano, ha
reso possibile la magia".
"Ho messo piede in comunità - racconta Ruffini - per la prima
volta dieci anni fa e ho sentito una forza energetica enorme. È
difficile entrare in quel posto perché deve rimanere un posto
chiuso, recintato ma quando sono stato dentro ho capito che San
Patrignano, come tante cose belle, non ha bisogno che tu ti
faccia delle domande. Ha bisogno che tu lo accolga e che non ti
chieda cose e perché. Se tu lo fai, capisci che in quel luogo ci
sono persone che sono scivolate in una fragilità e lì dentro
cercano un recupero".
Negli anni, racconta Ruffini, è nata la folla idea di costruire
un laboratorio di cinema a San Patrignano: "Insomma ho pensato
che del resto gli artisti non è che tutti quanti lavorano in
banca e hanno una vita o una famiglia da spot. E da gennaio a
giugno sono andato a fare un laboratorio di cinema. Avevo una
classe di 28 persone che vanno dai 17 ai 60 anni, divisi in
attori e pensatori e i pensatori poi sono diventati
sceneggiatori e registi. Abbiamo poi deciso di fare un saggio e
un corto ma questo corto ci è scappato di mano diventando un
piccolo film e ora è sempre più forte in me l'idea di continuare
e farne una serie".
Ruffini tiene poi a chiarire che non si tratta di un film
d'amore ma sull'amore: "Parla di un amore assoluto, un amore che
dice solo: 'Io ti amo così tanto da farti reimparare ad amare te
stesso'. Un amore che non ti chiede niente in cambio, che ti
aspetta, che è incondizionato, anche se sbagli, vai via o cadi
in tentazione. Direi l'amore di Dio o ancora meglio di quello di
una madre. Io nell'aldilà spero di trovare l'amore di mia madre,
anche perché Dio ha tanti figli, la madre solo i suoi... Per
tutto il resto c'è Temptation Island ma è una cosa molto
diversa..." dice scherzando. "Qui i ragazzi - conclude - hanno
deciso di parlare dell'amore per se stessi perché lì le persone
vanno per reinnamorarsi di se stessi e ritrovarsi". (ANSA).
>ANSA-FOCUS/ Ruffini, voglio fare una serie su Sospesi a SanPa
A San Patrignano "non devi fare domande ma solo accogliere"