(ANSA) - GIFFONI VALLE PIANA, 24 LUG - Da almeno 30 anni in
Italia si discute della separazione delle carriere, alla quale i
magistrati sono da sempre unanimemente contrari. Uno dei pochi
favorevoli, il sostituto procuratore generale di Caltanissetta
Gaetano Bono, che oggi incontrerà i ragazzi del festival di
Giffoni, spiega all'ANSA le sue ragioni.
La cosa principale e fondamentale, secondo Bono, è il
mantenimento dell'indipendenza del pubblico ministero: "Il pm
non dovrà mai e poi mai essere sottoposto al potere esecutivo,
dovrà continuare a essere autonomo e indipendente, dovrà
continuare a dirigere la polizia giudiziaria, dovrà mantenersi
nella giurisdizione, con la cultura della giurisdizione. Quindi
- continua - non dovrà diventare un superinvestigatrore o un
superpoliziotto perché altrimenti a farne le spese sarebbero i
cittadini che avrebbero un organo meno libero, meno proiettato
alla tutela e alla giurisdizione dei diritti e magari più
proiettato verso la cultura dell'investigazione. Questo è il
punto fondamentale di cui bisogna tenere conto, senza questo
allora non bisogna fare la separazione delle carriere".
Bono su quest'argomento ha scritto anche il libro "Meglio
separate. Un'inedita prospettiva sulla separazione delle
carriere in magistratura" (edizione Le Lettere). (ANSA).
Sostituto pg Bono, carriere separate ma con condizioni precise
Se non possono essere rispettate, meglio il sistema attuale