Campania

Chirurgia dell'obesità, specialisti a congresso a Napoli

"Interventi riducono rischi di malattie severe"

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 29 AGO - La chirurgia bariatrico-metabolica riduce il rischio di ictus del 5%, di diabete del 50-60%, di coronaropatie del 30% e di alcune forme di cancro fino al 35%.
    L'intervento, realizzato in laparoscopia nel 98% dei casi, è sempre più sicuro; il rischio di mortalità infatti oggi è inferiore allo 0,1%. Anche l'endoscopia bariatrica, riservata ai pazienti fragili, favorisce la perdita di peso fino al 10-20% se associata ad adeguate restrizioni dietetiche. Questi i "numeri" della Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle Malattie Metaboliche riunita a Napoli per il XXXI Congresso nazionale.
    Secondo il prof. Mario Musella, presidente del Congresso, "in Italia il 10% della popolazione, 6 milioni di persone, soffre di obesità. Di queste il 10% ha un'indicazione al trattamento chirurgico secondo le più recenti linee guida Italiane ed Internazionali, ma nel nostro Paese annualmente si eseguono non più di 20-30.000 interventi di chirurgia bariatrica, con un notevole squilibrio quindi tra potenziale domanda ed offerta".
    Per evitare il recupero ponderale dopo l'intervento è fondamentale il follow-up, come afferma il prof. Marco Antonio Zappa, presidente Sicob: "L'intervento è una tappa cruciale, parte di un percorso multidisciplinare verso la guarigione di una grave malattia. Poi però bisogna impegnarsi e farsi seguire dai team multidisciplinari presenti nei centri Sicob - tutti gratuiti o in convenzione con il Ssn- perché se si pensa di farcela da soli si rischia di recuperare il peso perso.
    Tra le opzioni di trattamento più innovative e meno invasive c'è l'endoscopia, come conclude il prof. Forestieri, presidente onorario Sicob e del Congresso: "L'endoscopia bariatrica è indicata anche nei pazienti più anziani e/o fragili e con molteplici comorbilità. Nel corso degli anni, infatti, sono state sviluppate procedure endoscopiche bariatriche che si sono dimostrate in grado di indurre una perdita di peso corporeo di circa il 10-20% se associate ad adeguate restrizioni dietetiche.
    Queste tecniche rappresentano, ad oggi, un' ottima strategia sia come trattamento definitivo, in casi molto selezionati, che come opzione bridge-to-surgery, vale a dire verso un intervento chirurgico che in circa il 99% dei casi è realizzato in laparoscopia, con una drastica riduzione del rischio di mortalità che oggi è inferiore allo 0,1%". (ANSA).
   

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