(ANSA) - NAPOLI, 13 DIC - Dall'inizio del 2023 le forze
dell'ordine sono intervenute in 50 occasioni presso il
Cardarelli per gestire situazioni di aggressione a danno degli
operatori. In 26 casi l'intervento si è verificato presso il
Pronto Soccorso, mentre nelle restanti 24 occasioni sono state
chiamate per criticità verificatisi presso i reparti.
All'incontro erano presenti il Sottosegretario del Ministero
della Salute Marcello Gemmato, i direttori generali del
Cardarelli di Napoli, del Niguarda di Milano, di Città della
Salute di Torino, del Sant'Andrea di Roma, e Alessandro Giuliano
capo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di
Stato. La discussione ha evidenziato come le aggressioni ai
sanitari siano un fenomeno che accomuna tutti gli ospedali
italiani e come vi sia stato un incremento delle violenze a
danno di medici ed infermieri dopo la pandemia.
Secondo Filomena Liccardi, direttore del Pronto Soccorso del
Cardarelli, "è indispensabile rompere la solitudine in cui si
viene a trovare il personale sanitario a seguito di
un'aggressione. Al momento infatti, l'aggredito si trova a dover
denunciare in prima persona per poter dare maggiore peso
all'evento; deve pagare di tasca propria la consulenza legale;
vive la paura di ripercussioni ulteriori ai propri danni e dei
propri familiari per la denuncia fatta. Come operatori sanitari
chiediamo una maggiore tutela, rivendicando il nostro diritto di
lavoratori a non dover essere vittime di violenza a causa del
lavoro che svolgiamo".
Il Cardarelli proprio in questi giorni ha avviato un
protocollo interno che prevede la denuncia anche anonima da
parte dei sanitari per episodi di violenza o aggressioni anche
solo verbali, subite durante il proprio lavoro. Il percorso
prevede anche uno specifico supporto psicologico a in favore del
personale aggredito.
"Come Direttori Generali chiediamo di essere messi nella
condizione di poter stare più vicino ai nostri colleghi
aggrediti, per poter garantire loro maggior supporto", ha detto
Antonio d'Amore, dg del Cardarelli e vice presidente Fiaso.
"Occorre prevedere un coinvolgimento diretto delle
organizzazioni presso cui lavorano i medici e gli infermieri
aggrediti permettendoci di affiancarli nelle denunce. La
concreta tutela del Sistema Sanitario Nazionale passa anche
attraverso una maggiore garanzia di sicurezza per medici,
infermieri, tecnici e operatori sanitari", ha concluso. (ANSA).
Al Cardarelli 50 aggressioni al personale nel 2023
Direttore PS: "Non lasciare soli i sanitari coinvolti"