(ANSA) - NAPOLI, 10 MAG - In occasione del Congresso
Nazionale A.R.
In Italia sono circa 10 milioni le persone che soffrono di
dislipidemie lievi o moderate, di cui il 40% non è consapevole e
pertanto non viene trattato. A fronte delle sempre crescenti
evidenze dell'esistenza di una correlazione causale tra
dislipidemie e incidenza di eventi cardiovascolari come infarto
e ictus, il colesterolo "cattivo" è divenuto obiettivo
terapeutico cruciale nella prevenzione delle malattie
cardiovascolari, ed è forte la consapevolezza da parte dei
cardiologi e della classe medica in generale di trattare
precocemente anche le dislipidemie lievi e moderate al fine di
raggiungere i target di C-LDL suggeriti dalle recenti Linee
Guida europee di cardiologia (ESC/EAS 2019). La letteratura
scientifica conferma che trattare precocemente abbassando di
poco, ma per molto tempo, la colesterolemia LDL riduce
maggiormente il rischio di insorgenza di eventi cardiovascolari,
rispetto a trattamenti a più breve termine che abbassano di
molto la frazione C-LDL. Se per i soggetti con rischio
cardiovascolare alto o molto alto il trattamento con statine da
sole o in associazione è lo standard per ottenere una riduzione
significativa dei livelli di C-LDL, secondo le stesse Linee
Guida i nutraceutici sono strumenti utili a ridurre i livelli
plasmatici di C-LDL e dei trigliceridi nei soggetti a rischio
cardiovascolare da basso a moderato, in aggiunta a uno stile di
vita corretto e un'adeguata alimentazione.
Questo è il contesto in cui nasce lo studio MINICAR, pubblicato
su Cardiologia Ambulatoriale - Outpatient Cardiology Vol. 31
n.3, per il quale dai database di un gruppo di Cardiologi
A.R.C.A. sono stati selezionati in maniera retrospettiva 312
soggetti adulti (di età compresa tra i 35-65 anni) con
ipercolesterolemia e rischio cardiovascolare da basso a moderato
(livelli di C-LDL basali fino a 170 mg/die) e non trattati con
farmaci tradizionali. Ai fini dello studio, questi soggetti
ricevevano il nutraceutico Liponamed alla dose di 1 compressa al
giorno per almeno 60 giorni, associando l'assunzione agli
opportuni interventi sullo stile di vita.
Obiettivo primario è stato valutare al follow-up a 60 giorni la
variazione dei livelli di lipidi plasmatici e trigliceridi
rispetto ai valori basali e registrare eventuali disturbi
potenzialmente associati alla somministrazione del nutraceutico.
Al 60° giorno sono stati confrontati i dati disponibili di 269
soggetti su 312 riguardanti i livelli plasmatici di C-LDL,
C-HDL, trigliceridi, PCR, transaminasi, glicemia ed emoglobina
glicosilata (Hb1Ac). In questi soggetti la somministrazione del
nutraceutico è risultata associata a una riduzione significativa
dei livelli di C-LDL (145.58 ± 24.86 vs. 118.84 ± 22.92 mg/dL, Δ
18.4%, p < 0.0001) e colesterolo totale (229.93 ± 27.94 vs.
198.32 ± 24.57, Δ 13.7%, p < 0.0001) senza alterazioni dei
livelli plasmatici di transaminasi. Nessun effetto collaterale è
stato segnalato durante il follow-up. Inoltre, sebbene i
soggetti arruolati non fossero diabetici, è stato osservato un
miglioramento del compenso glicemico come testimoniato dalla
riduzione statisticamente significativa dell'emoglobina
glicosilata, a dimostrare che il trattamento ha dato benefici
anche sul profilo metabolico dei soggetti trattati.
"Diversi studi epidemiologici hanno ampiamente documentato la
correlazione causale tra elevati livelli di C-LDL ed eventi
cardiovascolari, inclusi infarto acuto del miocardio ed ictus
cerebrale - afferma il Dott. Francesco Natale, Cardiologo
Ospedale Monaldi di Napoli e Centro Dislipidemie Azienda dei
Colli, Napoli. Di conseguenza, è ormai noto che a trattamenti
ipolipemizzanti, anche e soprattutto in prevenzione primaria,
mirati alla riduzione dei livelli di CLDL, è associata una
riduzione significativa dell'incidenza di eventi cardiovascolari
maggiori, e che un intervento precoce, anche attraverso il
ricorso ragionato a nutraceutici contenenti mix di attivi di
qualità e realizzati grazie a tecnica farmaceutica studiata ad
hoc, in prevenzione primaria e secondaria, migliora l'outcome
dei soggetti ipercolesterolemici. Anche la tolleranza al
glucosio alterata è di per sé un fattore di rischio per la
malattia cardiovascolare - prosegue Natale. Interessante
sottolineare come lo studio Minicar abbia evidenziato una
riduzione significativa dell'emoglobina glicata dei soggetti
trattati, indicando come con nutraceutici quali quello
utilizzato nello studio sia possibile agire anche su fattori di
rischio diversi dai soli lipidi"
Lo studio MINICAR si aggiunge a 3 precedenti analisi
retrospettive sull'utilizzo di questo nutraceutico in soggetti
con rischio cardiovascolare da basso a moderato, per un totale
di 1371 soggetti a follow-up. Tali analisi retrospettive
confermano complessivamente l'efficacia di Liponamed nel ridurre
i livelli di C-LDL in media del 18%, agendo su tutto il profilo
lipidico dei soggetti trattati, oltre che sulla glicemia
glicosilata e sul grado di steatosi epatica non alcolica
(situazione ampiamente diffusa nel nostro Paese e in cui
l'accumulo dei lipidi a livello epatico gioca un ruolo molto
importante), e ne suffragano il profilo di sicurezza, non
andando a incidere sui principali marker di funzionalità epatica
e infiammatoria (CPK, CPR, ALT, AST).
"A.R.C.A. è un'associazione medico-scientifica costituita da
Cardiologi che esercitano abitualmente l'attività professionale
presso strutture ambulatoriali pubbliche o presso ambulatori
esterni. Obiettivo dell'associazione - afferma Giovanni Zito
Presidente A.R.C.A. - è legare la conoscenza scientifica sempre
aggiornata alla pratica di Real Life sul territorio per
promuovere programmi di prevenzione in campo cardiologico e
costruire quell'alleanza medico paziente capace di aiutare ogni
paziente a gestire nel modo migliore l'approccio alla salute in
ogni fase della vita. In questi termini l'attenzione alla
prevenzione primaria degli eventi cardiovascolari in quei
soggetti che apparentemente possono non essere attenzionati è un
impegno fondamentale per il cardiologo clinico. Oggi il nostro
armamentario si avvale di molte risorse che spaziano da indagini
diagnostiche sempre più sofisticate a trattamenti a 360 gradi
che partono dagli stili di vita, per passare al nutraceutico di
qualità e per arrivare alle terapie più mirate"
Il nutraceutico Liponamed, prodotto da NAMED di Named Group, è
una composizione brevettata di quattro principi che hanno
dimostrato una significativa riduzione dei livelli di lipidi
plasmatici a base di Monacolina K da riso rosso fermentato (con
una concentrazione<= 2.99 mg) Berberina, Bergamotto, con
l'aggiunta di Coenzima Q10, Vitamina K2. Evidenze scientifiche
hanno dimostrato un potenziale effetto della Berberina sulla
riduzione dell'assorbimento intestinale della Monacolina che si
verificherebbe a dosi elevate di Berberina (fino a 500 mg/die).
Per ovviare a questo tipo di interazione, la compressa di
Liponamed è stata sviluppata mediante tecnologia bistrato a
cessione differenziata che permette un rilascio dei componenti
in due momenti diversi, per mantenere inalterata la
biodisponibilità degli stessi. Va inoltre ricordato che dosi
elevate di Berberina possono causare eventi gastrointestinali;
ancora una volta la tecnica farmaceutica viene in soccorso
attraverso la tecnologia di complessazione brevettata EDS
(Emulsion Delivery System) che permette un assorbimento maggiore
già con 63 mg di Berberina rispetto a 500mg non complessati e
offrendo quindi un buon profilo di tollerabilità
gastrointestinale. (ANSA).
Eventi cardiovascolari, la nutraceutica per prevenzione primaria
Congresso Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali