Campania

Comunicare la Sanità? E' parte processo di governo della Salute

Tavolo di confronto a Napoli promosso della Fondazione Muto

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 23 MAG - Perché la Sanità, nonostante gli allarmi periodici sulla tenuta dei conti pubblici e il complesso delle prestazioni offerte, tende a restare ai margini della discussione elettorale? Come mai è così difficile informare in modo coerente e rigoroso sui temi scientifici, nonostante la lezione del Covid. Quali conseguenze ha sul governo della Salute la discussione su dati parziali, sulle mezze verità di una parte o dell'altra. Come affrontare le sfide della specificità scientifiche ad alto tasso di competenze necessarie per la comunicazione e della economia sanitaria, dell'innovazione medica e tecnologica in rapida ascesa? Come mettere a fuoco insomma questi temi nell'esclusivo interesse dei cittadini italiani in un sistema costituzionalmente orientato alla Sanità pubblica, improntata alla equità e universalità ma sempre più, nei fatti, configurato come un sistema misto pubblico-privato visti i 40 miliardi di euro spesi di tasca da una fetta di popolazione italiana per accedere alle cure di cui hanno bisogno? Sono questi i temi al centro di un tavolo di confronto che è aperto stamattina a Napoli in via Toledo 177 presso la sede della Fondazione Muto.
    Intervengono Roberto Muto (presidente della Fondazione), Teresa Armato, assessore al Turismo e alle Attività Produttive del Comune di Napoli, Ludovico Docimo, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell'Università della Campania Luigi Vanvitelli, Sabino De Placido, senologo presidente del Comitato etico dell'Università Federico II - AORN Cardarelli). La discussione è stata aperta da una relazione di Vincenzo Trione preside della Facoltà di Arti e Turismo dell'Università IULM di Milano e critico del Corriere della sera incentrata sul ritorno del colore tra cura, arte e sanità in cui si è puntato sull'impianto multidisciplinare su cui è imperniato il tema della comunicazione in Sanità. Un dibattito animato da storici delle dottrine politiche (Alberto Mingardi, Università IULM), biologi (Roberto De Fez, CNR), storici della medicina (Gilberto Corbellini, Università di Roma La Sapienza) e giornalisti (Eliana Liotta, Corriere della sera). A coordinare i lavori Margherita De Bac (Corriere della sera) e Monica Ramaioli (Fondazione Veronesi). L'evento si è concluso con una tavola rotonda a cui sono stati invitati alcuni importanti interlocutori istituzionali, clinici e direttori generali di aziende ospedaliere.
    "Con questo convegno - spiega Roberto Muto presidente della Fondazione - intendiamo aprire anche a Napoli un dibattito e una discussione che si auspica quanto più larga possibile che da tempo è di primaria importanza soprattutto in ambito internazionale. Il Covid ci ha aperto gli occhi sull'importanza di una corretta e capillare informazione scientifica. Si è parlato di sindemica e purtroppo molto spesso la comunicazione sulla sanità è lasciata al protagonismo di alcuni grandi professionisti ma privi di infrastruttura adeguate sul piano culturale e principi condivisivi. Non solo in vista di possibili emergenze future ma proprio come forma di "educazione scientifica" complementare alla necessaria educazione civica, è a nostro avviso importante cambiare questo stato di cose e ragionare su come diffondere non prescrizioni o idee specifiche la conoscenza del metodo (ANSA).
   

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