(ANSA) - NAPOLI, 30 MAG - "L'intelligenza artificiale può
interpretare le immagini Tac del pancreas, vedendo un tumore
duttale che il medico potrebbe non diagnosticare quando troppo
piccolo, sfuggendo alla diagnosi precoce. L'esame Tac consente
una diagnosi accurata di carcinoma duttale al pancreas, ma nei
casi di neoplasie di dimensioni inferiori ai 2 centimetri non
sono identificabili".
L'appuntamento 2024 - ieri e oggi - è stato ospitato a Napoli,
in due location d'eccellenza: l'Aorn A. Cardarelli (29 maggio) e
l'Università Federico II (30 maggio).
"Grandi Ospedali - spiega Salvatore Ascione, Direttore Uoc
Gestione Sistemi Informatici del Cardarelli - ci consente
davvero di fare rete rispetto ad una serie di sfide cruciali per
la sanità del futuro. Un panorama all'interno del quale si
inserisce oggi a pieno titolo la partita dell'intelligenza
artificiale, perché muta radicalmente il nostro approccio a
questioni impattanti, strettamente legate alla salute e in certi
casi alla sopravvivenza stessa del paziente".
Come nel caso del progetto - al quale verrà dedicato un tavolo
di approfondimento Coordinato dalla Dott.ssa Luigia Romano
durante il meeting - in corso all'Ospedale Cardarelli di Napoli,
sviluppato insieme al Dipartimento di Ingegneria Elettrica e
delle Tecnologie dell'Informazione dell'Università degli Studi
di Napoli "Federico II".
"Il carcinoma duttale del pancreas - spiega la dottoressa Romano
- è molto difficile da diagnosticare quando ha piccole
dimensioni. Il modello di Ai che ha implementato il Dipartimento
in collaborazione con la nostra Radiologia, tuttavia, riesce a
interpretare le immagini TAC, svelando la presenza di eventuali
neoplasie anche se di misure ridotte. Ogni anno in Italia
vengono accertati circa 14mila carcinomi duttali del pancreas
per i quali, purtroppo, la diagnosi è spesso tardiva. Si
comprende, allora, come l'applicazione di questa tecnologia che
ci permette di accertare un tumore già in fase precoce, possa
far intravedere un cambio di prospettiva in termini di
tempestività delle cure da prestare al paziente".
Ma l'ingresso dell'Ai nei Grandi Ospedali, evidenzia Ascione,
non si ferma qui. Il prossimo passo, collocato in un futuro
imminente, è quello di applicarla anche allo sviluppo di
protocolli di trattamento e al monitoraggio e cura dei pazienti,
grazie ai dati raccolti con il processo di informatizzazione in
atto. "Al Cardarelli, dove è in uso da tempo la cartella clinica
elettronica, stiamo evolvendo il processo di informatizzazione
del ciclo del farmaco, dall'approvvigionamento fino alla
somministrazione con carrelli farmaceutici informatizzati a
letto del paziente, con il duplice scopo di minimizzare il
rischio clinico e contenere la spesa sanitaria. Il prossimo
passo sarà applicare l'Ai ai dati di tale processo ed alle
informazioni delle cartelle cliniche, al fine di creare
correlazioni tra informazioni che possano permettere di creare
degli alert utili per l'individuazione di patologie non
diagnosticate". (ANSA).
Al Cardarelli di Napoli la svolta dell'intelligenza artificiale
'Scova i tumori e migliora i percorsi clinici'