(ANSA) - NAPOLI, 03 GIU - La Campania è la regione italiana
con il più alto tasso di prevalenza di diabete di tipo 2 e con
il più alto numero di pazienti a rischio cecità. Sui 500mila
diabetici residenti nella regione (4-5 milioni sono i diabetici
in Italia, ISS), infatti, solo 1 su 10 (92%) esegue controlli
regolari alla vista che consentono di tenere a bada i danni
oculari legati alla malattia.
"Il diabete è una patologia in aumento - spiega Ada Maffettone,
internista con expertise in diabetologia dell'Ospedale Monaldi
-. Con 62 milioni di persone affette in Europa, di cui più di 4
milioni in Italia (a cui va aggiunto 1 milione che non sa di
averlo), il diabete è la quarta causa di morte. Nei paesi
occidentali, come anche in Italia e in Campania in particolare,
l'aumento è correlato principalmente a fattori quali
l'invecchiamento della popolazione e stili di vita scorretti. Le
maggiori complicanze derivate dalla malattia possono causare
danni anche importanti a livello neurologico, renale,
cardio-cerebrovascolare ed oculare".
La retinopatia diabetica è tra le complicanze più diffuse. "È la
più importante e precoce complicanza oculare del diabete mellito
ed è ancora oggi nei Paesi industrializzati, la principale causa
di cecità legale - spiega Gianluigi Manzi medico del servizio
Retina della UOC Oculistica del Monaldi -. Dati epidemiologici
dicono che almeno il 30% della popolazione diabetica sviluppa
complicanze oculari. I sintomi a essa correlati spesso compaiono
tardivamente, quando le lesioni sono già avanzate, e ciò limita
spesso l'efficacia del trattamento. I principali fattori di
rischio associati alla comparsa più precoce e a un'evoluzione
più rapida della retinopatia diabetica sono: la durata del
diabete, il cattivo controllo glicemico e l'eventuale
ipertensione arteriosa concomitante. Negli stadi precoci, la
retinopatia diabetica è generalmente asintomatica. La mancanza
di sintomi non è indice, però, di assenza di danni alla retina
dal momento che la riduzione della vista, di cui si accorge il
paziente, compare spesso solo quando viene interessata la
regione maculare o altri sintomi a volte sottovalutati come la
comparsa di macchie mobili, la vista offuscata, la comparsa di
aree scure, l'ipovisione, la difficoltà crescente di vista e la
cecità".
La buona notizia è che la retinopatia diabetica può essere
tenuta a bada, prevenendo la cecità, con le nuove metodologie
diagnostiche e il sostegno di molecole ad utilizzo intravitreale
ed è possibile prevenire la cecità. "Purché però si facciano
controlli regolari che consentano una diagnosi tempestiva dei
primi segni della malattia e che il diabete sia ben controllato
- precisa Francesco Calabrò, direttore della UOC Oculistica del
Monaldi -. La diagnosi e la presa in carico precoce sono quindi
fondamentali per salvare la vista. Per questo è importante
sensibilizzare le persone con diabete sull'importanza di andare
dall'oculista, anche in assenza di sintomi per effettuare un
esame del fondo dell'occhio prima che la retina abbia subito
danni". Più tardi si interviene minori sono le probabilità di
invertire i danni della malattia con costi sanitari e sociali
molto alti, oltre a gravi ripercussioni sulla qualità di vita.
"Oggi si stima che in Italia ci siano oltre 1 milione di
diabetici che soffrono di retinopatia, ma questo dato potrebbe
essere ampiamente sottostimato perché le persone non fanno
controlli regolari - sottolinea Michele Allamprense, Direttore
Esecutivo Associazione Pazienti Malattie Oculari (APMO) -. La
Campania che ha già il triste primato di regione d'Italia con il
più alto numero di diabetici, i pazienti tendono anche a
trascurare la vista saltando i controlli almeno fino a quando la
malattia abbia causato danni importanti su cui poi è più
difficile intervenire. Per invertire questa tendenza è quindi
essenziale realizzare campagne di informazione e
sensibilizzazione che diano ai pazienti con diabete
l'opportunità di conoscere i rischi legati all'insorgenza della
retinopatia e l'importanza della prevenzione".
"Spesso i pazienti arrivano da noi con problematiche già
avanzate, complicando il percorso di cura - conclude Manzi -.
Per questo con la volontà di Francesco Calabrò e la passione di
Ada Maffettone , responsabile della Diabetologia della Azienda
Ospedaliera e con il sostegno e l'incoraggiamento
dell'Associazione Pazienti Malattie Oculari, abbiamo deciso di
aprire i nostri ambulatori per una prima giornata di screening
per pazienti diabetici che continuerà con un ambulatorio
settimanale".
"Il Diabete è una epidemia silenziosa che necessita di un
approccio multidisciplinare. L'Azienda Ospedaliera dei Colli
punta su terapie personalizzate. La certificazione ISO 9001 del
nostro percorso per la cura delle retinopatie diabetiche è una
ulteriore garanzia per i nostri pazienti" è il commento di Anna
Iervolino, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera dei
Colli. (ANSA).
460mila pazienti a rischio cecità per complicanze del diabete
Al Monaldi ambulatorio per cura delle retinopatie diabetiche