Per Vincenzi "vanno superati rapidamente gli ostacoli finanziari, ma soprattutto burocratici, all'avvio del Piano Laghetti: destinare un miliardo all'anno sarebbe già un segnale importante; basti pensare che, solo nel 2022, la siccità è costata 13 miliardi al sistema Paese, di cui 6 di mancata produzione agricola".
"La crisi idrica è una minaccia per la coesione nazionale. Si amplificano, infatti, i contrasti fra i portatori d'interesse: dalle Regioni agli utenti, dal mondo agricolo ai produttori di energia", spiega Massimo Gargano, Direttore Generale dell'Anbi.
"Guardiamo perciò con grande attenzione all'annunciato Decreto Acqua previsto dal Governo per il prossimo 16 Marzo - aggiunge Gargano - e che dovrebbe definire una cabina di regia contro la siccità, nonché eventuali commissariamenti di opere incompiute, oltre a destinare risorse per avviare interventi di contrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici".
"In Italia, la legge 152 indica, dopo quello umano, la priorità dell'uso agricolo per le risorse idriche - dice ancora Gargano -: è però ripetutamente disattesa sull'altare dei forti interessi concorrenti, cresciuti negli anni. Il paradosso è la legge contro l'indiscriminato consumo di suolo: tutti, a parole la vogliono; in realtà giace dispersa nei meandri parlamentari dall'epoca del Governo Monti nel 2013!". (ANSA).
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