La circostanza, già chiara guardando i presenti in sala, è emersa durante la conferenza stampa congiunta del Presidente della National Oil Corporation (NOC) libica, Farhat Omar Bengdara, e dell'Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.
In ambienti informati la marginalizzazione di Aoun è data per scontata fin da quando il premier Abdul Hamid Dbeibah ha preso il controllo del settore petrolifero libico riorganizzando il Supremo consiglio per l'Energia: in particolare facendosene capo e indebolendo così la posizione del proprio ministro del Petrolio.
Aoun negli ultimi giorni ha reso dichiarazioni contrarie all'intesa e presentate dai media con titoli come "il ministro del petrolio ribadisce l'incapacità della Libia di esportare gas" (Libya Review) e "Aoun mette in guardia sull'esportazione di gas nonostante le esigenze nazionali" (Libya Observer).
Bengdara, che era stato governatore della Banca centrale libica ai tempi del colonnello Muammar Gheddafi, si era insediato ai vertici della Noc nel luglio scorso rimpiazzando Mustafa Sanalla: secondo diversi osservatori accreditati da Bloomberg, l'avvicendamento è stato voluto da Dbeibah per venire incontro a Khalifa Haftar, il generale che controlla la parte orientale della Libia dove si trovano vari campi petroliferi (tra l'altro Samah, Waha e Sarir) e grandi terminal (Es Sider, Ras Lanuf, Brega e Zueitina). (ANSA).
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