Lo rende noto oggi la ong precisando che una volta in porto, le attiviste e gli attivisti sono sbarcati "pacificamente dalla piattaforma, senza che la polizia norvegese effettuasse alcun arresto".
Secondo l'organizzazione ambientalista, il colosso dell'oil&gas deve infatti "assumersi le sue gravi responsabilità nella crisi climatica e contribuire ai fondi per le perdite e i danni subiti dai Paesi più vulnerabili agli eventi climatici estremi".
"Solo pochi giorni fa - prosegue Greenpeace - Shell ha annunciato profitti annuali record, pari a quasi 40 miliardi di dollari".
"Il mio messaggio all'amministratore delegato Wael Sawan è che questo è solo l'inizio", dichiara Yeb Saño, direttore esecutivo di Greenpeace South East Asia, che ha dato supporto in questi giorni a chi occupava la piattaforma, nonché in passato negoziatore principale per le Filippine nei colloqui globali sul clima. (ANSA).
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