Grazie agli incentivi previsti dal Pnrr per i produttori di biometano si potranno realizzare ex novo o ammodernare oltre 50 impianti di produzione di compost e biometano da frazione organica proveniente dalle raccolte differenziate, per toccare 300 milioni di metri cubi di biometano al 2025 e arrivare a un miliardo di metri cubi come potenzialità massima al 2030, dice il Cic.
Sono 8,3 milioni le tonnellate di rifiuti organici (umido, verde, fanghi e altro) trattati in Italia nel 2021, di cui 7,3 milioni dalla raccolta differenziata (125,2 chilogrammi per abitante all'anno). Dalla trasformazione dell'umido, sono stati ottenuti circa 2,1 milioni di tonnellate di compost (fertilizzante organico), 406 milioni di metri cubi di biogas che hanno prodotto circa 440 GWh di energia elettrica e 125 GWh di energia termica, e 136 milioni di metri cubi di biometano, utilizzabile sia per l'immissione in rete che per l'autotrazione, riducendo l'uso di fonti fossili.
Il Cic stima che nel 2025 in Italia potranno essere raccolti 9 milioni di tonnellate di rifiuto organico l'anno, ovvero 153 chili per abitante. "Bisognerà tenerne conto per incrementare" gli impianti che oggi garantiscono l'autosufficienza, ha spiegato il direttore del Cic Massimo Centemero. In uno scenario di questo tipo, il settore del biowaste toccherà quota 13.000 addetti, generando circa 2,5 miliardi di euro di indotto, ha aggiunto il direttore del Cic rilevando "l'importanza della qualità" del rifiuto organico raccolto in modo differenziato per "garantire rese energetiche elevate". (ANSA).
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