Lo indica lo studio "100% rinnovabili al 2035, Scenario per un sistema elettrico nazionale a zero emissioni", commissionato da Greenpeace, Legambiente e Wwf e realizzato dal think tank Ecco e Artelys, in cui si evidenzia che la flessibilità avrà un ruolo decisivo su diverse scale temporali (giornaliera, settimanale, stagionale) e richiederà un mix di tecnologie, inclusa la flessibilità della domanda, accumuli, reti ed elettrolizzatori oltre che import.
Dall'altro lato, la generazione con gas fossile nel 2035 sarà pressoché nulla (54 TWh nel 2030), aggiunge lo studio precisando che alcuni impianti di generazione termoelettrica saranno ancora usati con alimentazione a idrogeno e biogas.
Il grado di affidamento all'import è decisivo in termini di necessità di capacità di generazione: aumentando il vincolo di import netto da 40 a 60 TWh, la produzione fotovoltaica passa da 234 a 187 TWh.
Affinché il sistema elettrico decarbonizzato al 2035 sia fattibile al costo più basso possibile, saranno necessarie alcune politiche abilitanti fra cui: coerenza del Pniec (Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima) con gli obiettivi, interventi sulle autorizzazioni degli impianti, cessazione degli investimenti regolati in infrastrutture fossili, facilitazione della diffusione dei contratti di lungo termine di commercializzazione dell'energia di nuovi impianti rinnovabili, eliminazione di sussidi alle energie fossili. (ANSA).
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