(di Gabriele Santoro)
(ANSA) - ROMA, 08 MAR - Parchi senza ranger, direttori delle
aree protette spesso non adeguatamente formati e costretti a far
fronte a mille difficoltà e magari a improvvisarsi anche
contabili, perché rimasti senza impiegati. E questo a fronte di
vasti territori, fragili e preziosi, che vanno custoditi e
gestiti al meglio, mentre la domanda di turismo verde si impenna
sempre di più.
E' l'sos lanciato da Pierluigi Capone, direttore
della Riserva naturale regionale Tevere-Farfa, dirigente
dell'Aidap (Associazione italiana direttori e funzionari aree
protette) e membro della Consulta Nazionale dei direttori di
Federparchi. Il sistema della conservazione della natura del
nostro Paese, ricorda Capone, "è costituito da 872 aree
protette, tra parchi, riserve e altre tipologie di territori ma
solo una decina di Parchi nazionali ha un Piano approvato, molti
hanno un direttore facente funzioni, le Aree Marine Protette
(affidate alla gestione di Comuni o consorzi di Enti locali)
hanno quale unico dipendente il direttore, al quale spesso non è
riconosciuto il ruolo". Nel Lazio, il territorio che Capone
conosce più da vicino, "mancano almeno 100 guardaparco e 80
tecnici nelle aree protette: c'è una carenza disastrosa di
risorse umane, ma a livello nazionale la situazione è anche
peggiore". Da qui l'appello "senza connotazioni politiche, di
destra o di sinistra" a intervenire, altrimenti l'obiettivo del
30% di territorio protetto entro il 2030 e del 10% di territorio
a protezione integrale rischia di rimanere "un fatto formale e
non concreto". Capone parla di un problema che esiste a livello
globale: uno studio realizzato per la 15^ COP in Canada,
condotto da un team internazionale di studiosi su 176 Paesi del
mondo, dimostra che uno degli ostacoli maggiori per il
raggiungimento dell'obiettivo '30X30' è proprio la scarsità e
l'impreparazione del personale che si occupa della gestione di
questi territori. La situazione è evidente, per esempio, anche
nella realtà del Lazio: "L'età media del personale è di 55 anni
- spiega Capone - e ci sono parchi con soli 4 o 5 dipendenti pur
avendo piante organiche che ne prevedono più del doppio. Io nel
2019 avevo quasi 30 dipendenti, ora ne ho 16; l'unico
naturalista in servizio è un precario da 15 anni, negli ultimi 5
anni ho perso 6 funzionari su 8 e nessuno si è preoccupato di
sostituirli. L'ultimo a essersene andato è il responsabile del
Servizio economico finanziario ed è il quarto servizio del quale
ho l'interim. E ci sono regioni che stanno peggio di noi".
L'appello oggi è rivolto anche al nuovo presidente della Regione
Francesco Rocca: "Dal punto di vista del personale - spiega - la
precedente amministrazione non ha fatto nulla. Ha fatto però sul
piano delle iniziative di sistema e delle risorse". Da qui il
paradosso: "Ho le risorse - ammette il direttore - ma non ho le
persone per poterle gestire". E non è solo un problema numerico
dei dipendenti: nessuno, spiega ancora Capone, si è mai occupato
della formazione dei direttori. Dunque, come Aidap, Capone
propone un pacchetto di riforme, tra cui una seria integrazione
dell'organico, l'equiparazione delle Aree marine protette agli
altri Enti parco sottraendole alla gestione dei Comuni,
l'eliminazione del meccanismo in base al quale il direttore
dell'Ente è selezionato da un organismo politico, ma anche
l'istituzione di una Agenzia delle Aree protette nazionale, sul
modello del National Park Service degli Stati Uniti e che si
occupi anche della formazione: un'agenzia autonoma, ma sotto la
vigilanza del Ministero. Capone spiega che un potenziamento dei
parchi avrebbe anche importantissime ricadute economiche. "I
parchi possono produrre ricchezza in un modo che ha ben pochi
pari nella PA. Anzi: il turismo verde, soprattutto dopo la
pandemia, ha avuto una vera esplosione che per noi è anche
difficile controllare. Non sappiamo come contenere le persone".
Gli studi internazionali citati dal dirigente confermano che,
oltre alla natura, dei parchi ben gestiti fanno 'respirare'
anche le casse: ogni nuovo membro del personale di un'area
protetta potrebbe generare benefici economici per un valore di
"almeno 28.800 dollari". (ANSA).
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