Ne è convinto Michele Contartese, direttore generale di Castello di Meleto, società agricola proprietaria del maniero simbolo di Gaiole in Chianti (Siena), un castello del Duecento perfettamente conservato oggi struttura ricettiva, e di oltre 1.
Castello di Meleto, che fa parte del BioDistretto del Chianti Classico, un gruppo di lavoro che ha valutato le interazioni positive tra apicoltura e viticoltura, ha un motto: il cambiamento è possibile e se si adotta un'attitudine positiva, propositiva e tempestiva si può ancora intervenire nella salvaguardia della biodiversità. L'azienda si dichiara "fortemente impegnata" in questo campo, svolge attività didattica, e il suo modello d'azione si è rivelato sostenibile sia a livello economico che ambientale. "Siamo l'azienda biologica più grande del Chianti Classico - ha sottolineato Contartese, in un incontro a Roma da "Achilli al Parlamento" - con l'energia di una start up con 1500 anni di storia. Abbiamo una grande eredità che vogliamo preservare per le prossime generazioni con azioni pratiche: abbiamo diminuito il peso delle bottiglie, installato centraline meteo per ridurre lo spreco idrico, e pratichiamo la raccolta a mano delle uve sui 130 ettari vitati con soluzioni green e buone pratiche per ogni singola vigna. Unica tecnologia per il nostro vino è il controllo della temperatura, per il resto è tutto lavoro dell'uomo e lungo affinamento in botti grandi. E il vino Camboi, che recupera un patrimonio locale, la Malvasia Nera Toscana, è una possibile risposta, in pieno Chianti-style, al cambiamento climatico". (ANSA).
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