E' cominciata con la deposizione delle corone di alloro sul luogo dell'eccidio, in via Carini, la giornata dedicata al ricordo del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso dalla mafia a Palermo, 36 anni fa, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all'autista Domenico Russo.
Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il comandante generale dell'Arma Giovanni Nistri, il questore di Palermo Renato Cortese, il procuratore generale Roberto Scarpinato, il prefetto Antonella De Miro, il presidente dell'Ars Gianfranco Micciché, il sindaco Leoluca Orlando e l'assessore regionale Roberto Lagalla. Presente anche anche il figlio del generale Nando Dalla Chiesa. Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha inviato un messaggio per rendere "commosso omaggio alla memoria del prefetto".
Mattarella, suo impegno incisivo contro le mafie - Nella ricorrenza del trentaseiesimo anniversario del vile agguato di via Isidoro Carini, rendo commosso omaggio alla memoria del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, della signora Emanuela Setti Carraro e dell'agente di scorta Domenico Russo. Lo afferma Sergio Mattarella in una nota. "Nella lotta alle organizzazioni terroristiche e mafiose, condotta con inflessibile vigore e nella consapevolezza del rischio estremo cui essa lo esponeva, il generale Dalla Chiesa ha dato esempio eccezionale di fedeltà ai valori della democrazia, di difesa della legalità e dello stato di diritto, sino al prezzo della vita. Il suo impegno generoso e intelligente ha fatto sì che strumenti e metodi innovativi- prosegue il Capo dello Stato - rendessero più incisiva l'azione della Repubblica contro le più pericolose forme di criminalità. Vivo è il ricordo della carica di umanità e del rigore morale che hanno accompagnato l'azione di Carlo Alberto Dalla Chiesa nei diversi territori ed incarichi nei quali ha servito il Paese, anteponendo il bene comune ad ogni altro interesse. Dal sacrificio suo e delle altre vittime della barbara violenza mafiosa, che susciteranno sempre dolore e indignazione profondi, le istituzioni e la società traggono tutt'oggi energia e determinazione per riaffermare i valori della convivenza democratica, nell'assoluto ed irrinunciabile rifiuto della cultura della violenza, della prevaricazione e della sopraffazione, tipiche di ogni azione criminale. Nell'impegno di quanti agiscono quotidianamente a difesa della libertà, della giustizia e della civile convivenza, vive la memoria della loro testimonianza. Con questo spirito, rinnovo alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo la solidale vicinanza mia e dell'intera comunità nazionale, conclude.