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Don Luigi Ciotti, si passa dall'ecosistema all'egosistema

Appello da incontro a Palermo, 'valorizzare forze sane società'

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 03 DIC - "Solo unendo e valorizzando le forze più sane della società possiamo pensare al cambiamento che porti a trasformazioni concrete per una città più giusta". E' stato questo il messaggio lanciato oggi , da don Luigi Ciotti, presidente di Libera e dall'arcivescovo Corrado Lorefice, in occasione dell'incontro avvenuto nell'Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe. A moderare l'incontrò, in occasione del trentennale del martirio di padre Puglisi, è stato padre Gianni Notari, direttore dell'istituto.
    "Il nostro deve essere un impegno - ha detto Notari - per nulla scontato che richiede il significativo coinvolgimento di tutti.
    Non possiamo sempre vivere delegando tutto agli altri per stare solo nei circuiti ristretti che ci fanno perdere la visione importante di insieme". "Dobbiamo partire sempre dalle storie e dal volto delle persone che vivono le nostre città - ha affermato don Ciotti -.
    Cittadinanza significa corresponsabilità. Oggi, purtroppo, si passa ,sempre di più, dall'ecosistema all'egosistema, fatto solo di interessi privati e di individualismi. Dobbiamo essere consorti accomunati dagli stessi valori che vanno vissuti in profondità. Viviamo una crisi etica prima che economica. Bisogna avere il coraggio di guardarci dentro per avere una visione ampia e collettiva".
    "La città della rabbia e della violenza va avanti a discapito della città della cura.- ha aggiunto - Nonostante questo, dobbiamo avere il coraggio di valorizzare le cose belle e positive che ci sono che generano vita. Dobbiamo impegnarci per una carità che non sostituisca la giustizia ma la provochi.
    Ricordiamoci che i più pericolosi sono i neutrali e anche i mormoranti. La paura si vince incontrandosi e non blindandosi.
    La responsabilità è architrave di ogni processo educativo.
    Ricordiamoci dei nostri giovani che dobbiamo valorizzare nei loro percorsi inediti" "Oggi non si può cambiare e rigenerare una città se non si sta profondamente dentro di essa - ha sottolineato Lorefice - e se non si respirano gioie, ansie, trepidazioni e fragilità. Occorre avere la forte capacità di compassione che significa custodire un cuore capace di fare propria la sofferenza e la fragilità dell'altro". (ANSA).
   

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