"Gli atti discriminatori sono reati ovunque, non esistono luoghi dove si possano tollerare, l'università non è una zona franca e non dà l'impunità a chi commette reati". Lo ha detto la ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini in audizione al Senato in merito all'indagine sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza connessi agli avvenimenti in Medio Oriente.
"La contestazione ha un unico limite e discrimine, la violenza. I fatti che si sono manifestati nelle università hanno assunto una connotazione diversa dal 7 ottobre in poi. Si tratta di una contestazione che vuole fare del ministero dell'università un luogo dove si combattono delle idee. E' come se si volesse portare le università a schierarsi, a 'entrare in guerra'. Esiste una forma di antisemitismo o antisionismo e si confonde la critica al governo Netanyahu con la contestazione del popolo di Israele. Ma il popolo di Israele non è il governo Netanyahu".
"I disordini della Sapienza non li classifico come libera manifestazione di un pensiero critico, sono violenze critiche e verbali. Ho chiesto al ministro Piantedosi di convocare un comitato per l'Ordine e la sicurezza dedicato alle proteste nelle università, chiedendo che si potesse rappresentare ai rettori quello che sta succedendo. Mai militarizzazione nelle università ma mai lassismo, voglio ribadire. Per poter protestare bisogna saper ascoltare. Sì alla contestazione ma no alla violenza". Lo ha detto la ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini in audizione al Senato.
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