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WeWorld, senza diritto all'acqua non c'è diritto alla scuola

Tre scuole su dieci non dispongono di servizi idrici né sanitari

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 12 GIU - Donne, bambine e bambini sono, del resto, i principali responsabili della raccolta dell'acqua. In sette famiglie su 10, nei 51 paesi con dati disponibili, se ne occupano le donne e le ragazze. Le bambine sono le principali responsabili nel 7% dei casi, i bambini nel 4%.
    L'atlante indica anche che più di due scuole su cinque non dispongono di servizi dotati di acqua e sapone e piú di una scuola su sette non ha bagni divisi per genere. L'importanza della presenza di questi servizi è particolarmente evidente in Africa Subsahariana, dove una bambina su dieci salta la scuola durante le mestruazioni, perdendo circa il 20% dell'anno scolastico.
    Inoltre quando minori provenienti da background socio-economici svantaggiati non hanno accesso all'acqua sono più esposti a malattie. Le patologie diarroiche sono la prima causa di morte sotto i 5 anni, provocando più di 1200 morti al giorno.
    Weworld ha sottolineato come la disponibilità di servizi adeguati e sicuri a scuola giovi alla salute, all'istruzione e al benessere generale dei bambini. La scuola è il luogo migliore per apprendere e implementare le pratiche più adeguate. I benefici, tuttavia, si estendono oltre le aule scolastiche e i giovani come agenti di cambiamento possono influenzare positivamente il comportamento dei membri della loro famiglia e della comunità.
    Anche l'executive director di Education Cannot Wait, il fondo delle Nazioni Unite per l'istruzione in situazioni di emergenza, Yasmine Sherif, ha sottolineato come la sua azione in oltre 40 paesi colpiti da crisi per i cambiamenti climatici, i conflitti o grandi masse di rifugiati punti a "un'educazione olistica", che significa anche l'accesso a acqua potabile e bagni "altrimenti non puoi andare a scuola". (ANSA).
   

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