(ANSA) - ROMA, 29 LUG - Il declino demografico delle aree
interne è più forte rispetto ai centri più grandi, con una
emigrazione più massiccia sia rispetto ai grandi centri sia
rispetto all'estero, con una invecchiamento e un declino sempre
più marcato, aumentato dalla fuga dei cervelli, i giovani
laureati che non tornano nei loro paesini d'origine. E' quanto
rileva l'Istat in base alla nuova mappatura relativa al ciclo di
programmazione 2021-2027 della Snai: le aree interne comprendono
oltre 4mila comuni, il 48,5% del totale.
Al primo gennaio 2024, nelle aree interne risiedono circa 13
milioni e 300mila individui, circa un quarto della popolazione
residente in Italia; nei Centri, invece, la popolazione è pari a
45 milioni e 700mila individui (dati provvisori). In
particolare, risiedono nei Comuni Intermedi 8 milioni di persone
(pari al 13,6% del totale dei residenti in Italia), nei Comuni
Periferici 4,6 milioni (7,8%) e, infine, nei comuni
ultraperiferici, i più svantaggiati in termini di accessibilità
ai servizi, 700mila individui (1,2%).
Il calo generalizzato che ha interessato la popolazione
residente in Italia dal 2014 a oggi (-2,2%), dopo oltre un
decennio di crescita (+5,9% dal primo gennaio 2002 al primo
gennaio 2014), si presenta in maniera differente nei Comuni
delle Aree interne rispetto ai Centri, così come diverso era
stato l'aumento negli anni precedenti. Dal primo gennaio 2002 al
primo gennaio 2014, la variazione nelle aree interne era stata,
infatti, pari a +2,9%, più bassa quindi rispetto a quanto
registrato nei Centri (+6,8%). Dal primo gennaio 2014 al primo
gennaio 2024 la popolazione residente nelle Aree interne è poi
diminuita del 5,0% (da 14 milioni a 13 milioni e 300mila
individui), mentre quella dei Centri dell'1,4% (da 46 milioni e
300mila a 45 milioni e 700mila).
La diminuzione assume contorni anche più intensi esaminando i
comuni periferici e ultraperiferici. Se, tra il 2002 e il 2014,
la popolazione dei Comuni Periferici ancora evidenziava una
crescita dello 0,6%, quella dei comuni ultraperiferici aveva già
intrapreso un percorso di evidente riduzione, pari al -3,1%. Tra
il 2014 e il 2024, poi, il declino demografico risulta
generalizzato ad ampia parte del territorio nazionale ma con più
evidente forza nelle aree periferiche (-6,3%) e ultraperiferiche
(-7,7%).
La dicotomia tra Centro-nord e Mezzogiorno, che vede
quest'ultima ripartizione sperimentare tassi di variazione
negativi più accentuati, si riscontra anche nelle aree
classificate dalla Snai. Infatti, la perdita di popolazione
nelle Aree interne del Mezzogiorno (-6,3%, -483mila individui) è
più intensa rispetto a quella nelle Aree interne di Nord e
Centro dove la diminuzione è, rispettivamente, del 2,7% e del
4,3% (oltre -100mila individui per entrambe).
Nel Mezzogiorno, tra i comuni in declino, oltre due terzi
sono comuni delle aree interne, mentre nel Centro-nord i comuni
interni sono oltre un terzo (Prospetto 2). Se, quindi, nel
Centro-nord, il calo demografico coinvolge quasi in egual misura
i comuni interni e quelli centrali, nel Mezzogiorno la
diminuzione della popolazione riguarda per lo più comuni
appartenenti alle Aree interne e risulta, inoltre, più intensa
rispetto a quanto accade per la stessa tipologia di comuni nel
Centro-nord.
Il decremento demografico della popolazione residente è
causato da un movimento naturale che da tempo risulta negativo.
Il numero dei decessi supera quello delle nascite pressoché in
tutto il territorio, per effetto del continuo calo dei nati che
investe tutte le aree del Paese e di un tendenziale aumento dei
decessi legato alla presenza di una popolazione sempre più
anziana.
Un altro importante elemento di fragilità demografica delle
Aree interne è costituito dai significativi deflussi di
popolazione che dai Comuni Intermedi, Periferici e
Ultra-periferici si dirigono verso i Centri o verso l'estero. In
particolare, in partenza dalle aree interne del Mezzogiorno è
quasi la metà dei flussi migratori nazionali e gli espatri sono
in aumento soprattutto nelle Aree interne. In generale si
registra la fuga dei giovani laureati, ulteriore elemento di
fragilità delle aree interne. (ANSA).
Istat, declino demografico aree interne più forte delle città
Comprendono oltre 4mila comuni (48,5%) e 13,8 milioni di persone