(ANSA) - ROMA, 19 FEB - "Gli incidenti stradali sono la prima
causa della mortalità giovanile dai 5 ai 29 anni. I numeri sono
terribili: un milione e trecentomila persone hanno perso la
vita, mentre 50 milioni sono i feriti.
"Molto è stato fatto fin qui, ce lo hanno confermato il
ministro Urso e il viceministro Rixi, così come i tanti ministri
che hanno partecipato nelle scorse edizioni, perché questi
incontri con gli studenti diciottenni delle scuole del
territorio non sono un episodio, non servono a fare vetrina,
hanno l'ambizione di raggiungere il maggior numero di ragazzi
possibili per metterli di fronte a questa realtà, ascoltando i
tecnici, i volontari e soprattutto i genitori che hanno perso i
figli in incidenti stradali. Lo Stato sta investendo nelle
scuole attraverso campagne di sensibilizzazione. I giovani
devono rispettare le norme stradali, assumere comportamenti
virtuosi, non usare il cellulare, non mettersi alla guida dopo
aver bevuto o fatto uso di sostanze stupefacenti. Ogni vita che
si salva è una vita che rinasce. Comportarsi in modo giusto
equivale a salvare una vita, quindi a farla rinascere senza
doverla concepire, possiamo essere tutti insieme un gigantesco
reparto di ostetricia di un ospedale che fa nascere migliaia di
creature. Ringrazio per il lavoro prezioso svolto l'ing. Adriana
Elena che sta dedicando la sua vita professionale alla sicurezza
stradale per i giovani e i tanti ospiti autorevoli che hanno
partecipato. Occorre velocemente guadagnare tutti la trincea,
ognuno nel suo ruolo, perché questa equivale una guerra e
dobbiamo vincerla", conclude Rampelli. (ANSA).
Rampelli, incidenti stradali prima causa di morte fra i giovani
'Garantire la sicurezza dovere di tutti, manutentori compresi'
