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Il vescovo agli studenti, "il messaggio di don Diana non muore"

Spinillo incontra alunni Istituto Comprensivo Casal di Principe

Il vescovo agli studenti, "il messaggio di don Diana non muore"

Redazione Ansa

(ANSA) - CASERTA, 18 MAR - Maestro per un giorno, e per parlare di Don Peppe Diana, garantendone la memoria anche presso i più piccoli. Il vescovo di Aversa Angelo Spinillo ha infatti incontrato gli studenti dell'Istituto Comprensivo "Don Diana" di Casal di Principe (Caserta) aprendo il tempo del "fare memoria" di don Peppe, che avrà il suo momento culminante nella celebrazione alla Chiesa di San Nicola di Bari prevista alle 7. 30 di domani mattina, 19 marzo, giorno in cui - era il 1994 - il sacerdote fu ucciso dal killer del clan dei Casalesi Peppe Quadrano perché aveva esortato la popolazione a ribellarsi alla camorra.
    E' stato lo stesso vescovo a chiedere l'incontro alla direttrice scolastica Carla Cantelli, che ha aderito alla proposta, "perché la memoria di don Peppe Diana sia concretamente e utilmente rinnovata a beneficio dell'intera comunità territoriale negli anni a venire".
    I piccoli della primaria hanno chiesto al vescovo di parlare loro di "don Peppino", cui la loro scuola è intitolata, come persona e come sacerdote, mentre i rappresentanti degli studenti della secondaria gli hanno invece rivolto domande stimolanti e profonde, rifacendosi alla lettera ai fedeli del Natale 1991 "Per amore del mio popolo, non tacerò", scritta da don Peppe con gli altri sacerdoti del territorio, e alla lettera pastorale "Per amore…sentinelle e profeti", elaborata da monsignor Spinillo nel 2019, a 25 anni dall'assassinio di don Peppe.
    "Don Peppe - ha detto il Vescovo Spinillo - era un giovane sacerdote animato da una viva, inquieta ricerca di fede, contemporaneamente proteso alla ricerca delle vie migliori per il bene della comunità". Spinillo ha poi espresso apprezzamento per la via intrapresa nella scuola in cui le classi s'impegnano, con responsabilità diretta degli studenti, a "essere comunità", il che significa, nelle parole del vescovo, "essere attenti gli uni agli altri, guardare al bene delle persone, innanzitutto alla loro vita. E questa è la via che davvero don Peppe avrebbe desiderato per tutti". Le domande poste al vescovo lo hanno poi portato a sottolineare punti importanti del messaggio riconducibile alla testimonianza resa da don Peppe, ovvero che i cristiani devono mirare a essere "segno di contraddizione" nelle vicende del mondo, che "l'amore è incontro vero con la vita", e che solo "la verità ci fa liberi". I ragazzi hanno poi chiesto se, dopo oltre 30 anni, possa ancora essere utile ricordare don Peppe Diana. "Il sacrificio di don Peppe - ha risposto il vescovo - è e resterà sempre; è una chiamata a superare la rassegnazione alla prepotenza e all'illegalità, un incoraggiamento a sviluppare un'unità d'azione orientata al bene comune". (ANSA).
   

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