(ANSA) - ROMA, 8 SET - E' stata uno dei magistrati simbolo della
procura di Milano, protagonista dei processi a Silvio Berlusconi
e per questo spesso al centro degli attacchi della politica,
almeno di una sua parte. Ma ha legato il suo nome anche alle
prime indagini sulle stragi di Capaci e di via D'Amelio e alla
cattura di Totò Riina.
Rimase lì sino alla cattura di Riina."Pur essendo una donna, per
noi è sempre stata un soldato" disse qualche anno dopo di lei il
capitano Ultimo che con lei aveva collaborato anche
all'inchiesta Duomo Connection, la prima sulle infiltrazioni
della mafia al Nord. Tornata a Milano, su richiesta di Francesco
Saverio Borrelli - che invece anni prima l'aveva estromessa dal
pool antimafia di Milano per contrasti con i colleghi - entrò
nel pool di Mani Pulite in sostituzione di Antonio Di Pietro.
Subito dopo arrivarono le indagini e i processi Imi-Sir-Lodo
Mondadori e Sme, a carico di Berlusconi e Cesare Previti ."E'
rigorosa prima con se stessa e poi con gli altri", disse di lei
la superteste Stefania Ariosto. Mentre lo schieramento politico
di centro-destra protestava per la "persecuzione giudiziaria".
Poi fu la volta del processo Ruby, con al centro la ragazza
minorenne marocchina che frequentava le cene di Arcore. In una
delle prime udienze Berlusconi volle stringere la mano a Ilda la
Rossa, l'appellativo legato al colore dei suoi capelli ma con
cui i suoi detrattori volevano alludere a una sua
'politicizzazione'. Ma qualche tempo dopo il leader di Forza
Italia rispolverò le accuse che aveva da sempre indirizzato a
certi pm, "cancro della democrazia": sono "mostruose macchine di
diffamazione" e Boccassini "dovrebbe essere processata".
Nell'ultimo periodo Boccassini ha assunto un profilo più
defilato. Forse anche legato al fatto che è diventata nonna,
come lei stessa ha raccontato a sorpresa due anni fa in una
conferenza stampa su un'operazione contro la 'ndrangheta.
(ANSA).
Va in pensione Ilda Boccassini
Amica di Falcone, indagò su stragi fino all'arresto di Riina