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Il Papa ai giovani, non imprigionate i vostri sogni nella noia

Sporcatevi le mani, non guardate il mondo da uno schermo

Redazione Ansa

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 17 SET - Il Papa invita i giovani a mettersi in cammino e a non lasciare che i loro sogni vengano imprigionati dalla noia. "Viviamo tempi segnati da situazioni drammatiche, che generano disperazione e impediscono di guardare al futuro con animo sereno: la tragedia della guerra, le ingiustizie sociali, le disuguaglianze, la fame, lo sfruttamento dell'essere umano e del creato. Spesso a pagare il prezzo più alto - scrive Papa Francesco nel Messaggio per la XXXIX Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà celebrata nelle Chiese particolari il prossimo 24 novembre - siete proprio voi giovani, che avvertite l'incertezza del futuro e non intravedete sbocchi certi per i vostri sogni, rischiando così di vivere senza speranza, prigionieri della noia e della malinconia, talvolta trascinati nell'illusione della trasgressione e di realtà distruttive".
    Ma all'orizzonte non possono esserci solo "i traguardi, le conquiste e i successi" materiali: "dopo un primo momento di soddisfazione - avverte il Papa - ci lasciano ancora affamati, desiderosi di un senso più profondo". "In noi abita il desiderio di trascendenza, la continua inquietudine verso il compimento delle aspirazioni più grandi, verso un 'di più'. Per questo, come vi ho detto tante volte, 'guardare la vita dal balcone' a voi giovani non può bastare", prosegue Francesco.
    Il Papa parla anche della stanchezza delle nuove generazioni: ""In alcuni casi, a provocare ansia e fatica interiore sono le pressioni sociali, che spingono a raggiungere certi standard di successo negli studi, nel lavoro, nella vita personale. Questo produce tristezza, mentre viviamo nell'affanno di un vuoto attivismo che ci porta a riempire le giornate di mille cose e, nonostante ciò, ad avere l'impressione di non riuscire a fare mai abbastanza e di non essere mai all'altezza. A questa stanchezza si unisce spesso la noia", la scelta di "rimanere nella propria comfort zone, chiuso in sé stesso, vedendo e giudicando il mondo da dietro uno schermo, senza mai 'sporcarsi le mani' con i problemi, con gli altri, con la vita". Il Papa spiega che "questo tipo di stanchezza è come un cemento nel quale sono immersi i nostri piedi, che alla fine si indurisce, si appesantisce, ci paralizza e ci impedisce di andare avanti.
    Preferisco la stanchezza di chi è in cammino che la noia di chi rimane fermo e senza voglia di camminare!", conclude Papa Francesco. (ANSA).
   

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