(ANSA) - TRIESTE, 25 FEB - Sua madre, Carmela, fu uccisa dal
marito il 25 aprile del 2010 a Feletto Umberto (Udine). Una data
che, come lo stesso Pasquale Guadagno racconta nel suo libro
Ovunque tu sia, non "dimenticherà mai" e dopo la quale ha dovuto
"ricominciare a vivere una nuova vita piena di difficoltà e di
dolore, sentendosi spesso abbandonato dalle istituzioni".
Guadagno, 27 anni, di origini napoletane, ha presentato in
questi giorni a Trieste il suo libro, durante un incontro
promosso dalla Commissione regionale per le pari opportunità.
Una conferenza che mirava a sensibilizzare sulla tematica del
femminicidio e sulle vittime di violenza, per le quali - è stato
detto da Guadagno e dalla presidente della Crpo Fvg, Dusy
Marcolin, come riporta una nota - ancora non sono abbastanza le
azioni concrete di supporto. "C'è ancora del lavoro da fare", ha
sottolineato Guadagno, a livello nazionale e regionale.
Il 27enne, che ha una sorella, Annamaria, è poi passato a
raccontare del rapporto conflittuale con suo padre, condannato a
18 anni di reclusione, poi diventati 13 per buona condotta, e
che finirà di scontare la pena oggi. Un tema approfondito anche
sul Corriere della Sera. Quando "nostro padre uscirà dal carcere
- ha detto Guadagno al quotidiano - per legge, sarà libero di
fare quello che vorrà della salma di nostra madre". L'uomo
infatti vuole cremarla "per tenerla con sé", ha raccontato il
giovane. Come figli invece, ha lamentato, "non abbiamo alcun
diritto" sul corpo di nostra madre. (ANSA).
Figlio vittima di femminicidio, 'abbandonato dalle istituzioni'
Guadagno: 'I diritti sulla salma li ha mio padre che la uccise'