I tagli subiti dalle università quasi del 10%, le risorse che non sarebbero sufficienti per 80mila candidati e la tutela delle professioni sanitarie che potrebbe venire meno. Sono gli aspetti che hanno portato le rettrici e i rettori a esprimere "profonda preoccupazione" per la riforma del nuovo accesso alle facoltà di medicina, odontoiatria e veterinaria presentata al Senato.
Nonostante questo per la ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, è "il momento dei sì" perché i "no", a suo dire, rischiano di chiudere le porte dell'università. Riuniti nell'assemblea mensile della Crui, i rettori hanno comunque ribadito la propria disponibilità a lavorare su "ipotesi di miglioramento delle modalità di accesso alle professioni medico-sanitarie". La presidente della Conferenza dei rettori, Giovanna Iannantuoni, nel corso dell'incontro, ha poi ricordato che "le università confermano il loro impegno per una formazione di qualità nelle discipline medico-sanitarie". E la Crui si è detta, inoltre, pronta a costruire "una piattaforma per la formazione nelle materie caratterizzanti oggetto delle modalità di selezione" per garantire condizioni di parità tra i candidati. Ma questo non basta ad allontanare le apprensioni dei rettori davanti alla possibilità di un primo semestre libero che per sei mesi cancella il numero chiuso a medicina. Riguardo alla sostenibilità economico - finanziaria della riforma, dalla Crui fanno infatti notare che "il taglio subito dai bilanci delle università nell'anno corrente ha sfiorato il 10%".
"Situazione che da preoccupante - osservano - diventa drammatica quando si considera l'assoluta incertezza sul finanziamento statale anche per l'anno 2025: in questo contesto l'ingresso di 40/60mila candidati in più è semplicemente impensabile". Al secondo punto delle preoccupazioni c'è, quindi, l'accoglienza e la formazione adeguata dei futuri aspiranti medici: "le risorse utilizzate finora per 20mila studenti non possono essere sufficienti per i 60/80mila candidati". Per quanto riguarda la tutela delle professioni sanitarie, per la Crui c'è il rischio che la riforma dell'accesso a medicina possa determinare "un'ulteriore diminuzione di candidati" negli altri campi sanitari, come infermieristica. Di "un percorso da condividere", parla invece la titolare del Mur intervenuta a TgCom24 sulla nuova modalità di ingresso a medicina. Per Bernini c'è bisogno che la riforma sia "supportata soprattutto dalla buona volontà di tutti". Questo, quindi, "è il momento di dire 'sì' alla crescita, 'sì' alle innovazioni, 'sì' alle riforme di sistema". Al contrario, sostiene, "chiunque dica 'no' in maniera non collaborativa lo fa rischiando di chiudere le porte di un'istituzione, l'università, che è nata per includere e non per escludere".