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Al progetto Defens sui terremoti 1,33 milioni di euro dal Mur

Al ricercatore Bello dell'Università d'Annunzio Chieti-Pescara

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 10 DIC - Il ricercatore Simone Bello, responsabile scientifico del progetto DEFENS sui terremoti, è stato selezionato per un finanziamento di 1,33 milioni di euro del Ministero dell'Università e della Ricerca (Mur) nell'ambito dell'Avviso FIS2 (Fondo italiano per la scienza). Bello, del Gruppo di ricerca della professoressa Giusy Lavecchia presso il Dipartimento di Scienze dell'Università degli Studi 'Gabriele d'Annunzio' di Chieti-Pescara, si è classificato primo nel settore dell'European Research Council (ERC) PE10, ottenendo il punteggio più alto nella graduatoria nazionale.
    Il finanziamento ministeriale, destinato a progetti di ricerca ad alto contenuto scientifico, consentirà l'acquisto di strumentazioni e tecnologie d'avanguardia, strategiche per DEFENS ("3D gEology-constrained seismic rupture dynamic models: a new interdisciplinary strategy For Earthquake forecastiNg and reSilience") e per la 'D'Annunzio', oltre che a sostenere una nuova squadra multidisciplinare di giovani ricercatori, capace di affrontare le complessità geologiche e di sviluppare strumenti divulgativi interattivi per aumentare la consapevolezza della società sul rischio sismico, promuovendone comunicazione e conoscenza in modo innovativo e accessibile.
    Nel Team di DEFENS sono coinvolti esperti nazionali e internazionali: i professori Francesco Brozzetti, Rita de Nardis, Rocco Palumbo e Gianluigi Rosatelli della 'D'Annunzio', il professor Ramon Arrowsmith della Arizona State University (USA), ed il dottor Edoardo Peronace del CNR.
    Concentrandosi su dodici dei principali sistemi di faglie sismogenetiche dell'intero Appennino italiano, il progetto DEFENS rappresenta una straordinaria opportunità per affrontare una delle principali sfide scientifiche e sociali legate al rischio sismico.
    L'obiettivo è sviluppare modelli numerici dinamici e multiciclo che integrino dati geologici, paleosismologici, geochimici e geofisici per simulare la propagazione delle rotture cosismiche e il trasferimento di stress intersismico.
    Lo studio permetterà di identificare le aree di possibile nucleazione dei terremoti futuri, contribuendo a ridurre il rischio sismico e a migliorare la resilienza delle comunità. Il progetto avrà un forte impatto scientifico e socio-economico, migliorando la comprensione globale del fenomeno terremoto, attraverso mappe interattive e modelli innovativi, con prodotti di possibile interesse anche per il Dipartimento di Protezione Civile, garantendo l'applicazione dei risultati per la sicurezza delle aree a rischio. (ANSA).
   

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