Rubriche

Dottorato a Castellina, "ci vuole un tribunale morale"

A giornalista e politica titolo honoris causa in Diritti umani

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 05 DIC - Ci vorrebbe un tribunale morale "pienamente rappresentativo di tutti i pezzi di mondo dove abitano gli umani". La proposta, che viene da una lunga analisi politica sulle disuguaglianze e sui conflitti di ieri e di oggi, è stata lanciata da Luciana Castellina a cui l'università di Palermo ha conferito il dottorato di ricerca honoris causa in Diritti umani. E proprio ai "diritti dell'umanità nella tempesta" è intestata la "lectio magistralis" che Luciana Castellina ha tenuto nella sala magna del complesso monumentale dello Steri.
    In vari passaggi dell'intervento del rettore Massimo Midiri e della "laudatio" del professore Aldo Schiavello coordinatore del dottorato di ricerca in "Diritti umani. Evoluzione, tutela e limiti", è stato richiamato il lungo percorso politico di Castellina nella sinistra, nel giornalismo (è stata tra le fondatrici del Manifesto) e nella scelta di "tenere insieme la libertà con l'uguaglianza".
    L'idea di un tribunale morale, ha spiegato Castellina, nasce dalla constatazione che gli organismi internazionali, come l'Onu, non sono stati in grado di "far rispettare le norme stabilite che continuano a essere interpretate e applicate dai vincitori, sempre immuni da condanne". Per questo non hanno prodotto vere condanne i tanti conflitti che l'Occidente, gli Stati Uniti, l'Unione Sovietica, la Russia, Israele hanno scatenato negli ultimi decenni. Rispetto alle "tempeste" e alle crisi che investono il sistema mondiale non bastano "misure minori" ma occorre un "mutamento radicale del nostro modo di produrre, di consumare, di vivere insieme". Sarebbe necessario anche creare un nuovo organismo dotato di autorità morale (ci sono già stati vari esempi) e "farlo agire affinché, anche se le sue decisioni non hanno validità legale, aiutino a rendere popolare il verdetto di organismi non governativi".
    Invece di limitarsi a parlare di "crimini di guerra", ha sottolineato ancora Luciana Castellina rivendicando le sue posizioni pacifiste, bisognerebbe "ripetere che è la guerra a essere un crimine in sé, una modalità di soluzione dei conflitti internazionali che appare ormai, o dovrebbe apparire, solo un retaggio medioevale: l'uso delle armi". Non basta neppure condannare, come è giusto, le guerre. A giudizio di Castellina si dovrebbero valutare i "processi che le hanno fatte scoppiare e dunque per agire per impedire che esse si ripetano". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it