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La storia della macchina di Santa Rosa in mostra a Viterbo

Inaugurata ieri, propone cimeli e documenti storici

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 07 GEN - La tradizione, la devozione ma anche l'arte della macchina di Santa Rosa da ieri in mostra a Viterbo, nella sala Anselmi di Via Saffi. Antiche e ingiallite foto che ritraggono generazioni di Facchini, parti delle macchine più significative per i viterbesi, e alcuni dei preziosi "ciuffi" che, negli anni, hanno protetto le spalle dei facchini durante il trasporto della macchina di Santa Rosa.
    La mostra chiamata, Immagini e Tradizione, è organizzata dalle associazioni di volontariato interamente composte da ex facchini, ed è stata inaugurata ieri mattina alle 12.30 dallo storico ex presidente del sodalizio dei facchini di Santa Rosa: Roberto Capoccioni e dal presidente della Provincia; Alessandro Romoli.
    Nella sala i visitatori, come già detto potranno ammirare tantissimi documenti storici che raccontano la storia dei trasporti in un secolo di vita viterbese.
    Tra gli oggetti esposti anche dei veri cimeli, come la testa originale di un cherubino fatta a mano in cartapesta, proveniente da quella che è considerata la macchina di Santa Rosa più amata dai viterbesi: Il Volo D'Angeli, ideato nel 1967 da Giuseppe Zucchi.
    Appesi alle pareti, accanto alle foto e ai cimeli, anche i famosi ciuffi. Si tratta di caratteristici copricapo di cuoio fatti a mano, che hanno il compito di proteggere il collo dei facchini mentre portano sulle spalle l'enorme peso che subiscono durante il trasporto della macchina.
    Prima di sollevare la macchina, i facchini sistemano questo copricapo sulle spalle e lo stringono con i denti per tenerlo fermo mentre camminano. Da questa usanza, nasce il caratteristico ordine in dialetto viterbese, impartito dal capofacchino: "Facchini accapezzate il ciuffo." La mostra ad ingresso gratuito, sarà visitabile dal 6 al 30 gennaio dal venerdì alla domenica. (ANSA).
   

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