In Italia, la povertà economica delle famiglie ha un forte impatto anche sui percorsi educativi di bambini e adolescenti. Nel nostro Paese, infatti, la spesa delle famiglie per l'istruzione è in media molto bassa e in diminuzione negli ultimi anni, in particolare tra i nuclei più poveri della popolazione e al Sud. Una famiglia con reddito più basso e residente nel Mezzogiorno, ad esempio, spende in media 5 euro al mese per costi legati all' istruzione dei figli, a fronte dei 33 spesi da una famiglia che vive nella stessa area, ma appartiene a una fascia più ricca della popolazione. La forbice nei consumi educativi tra le famiglie di diverse condizioni economiche si allarga nelle regioni del Nord.
Save the children sottolinea come il tema della crescita delle diseguaglianze educative sia legato anche all'aumento dell'inflazione degli ultimi due anni che ha generato un aumento dei prezzi al consumo soprattutto per beni alimentari e prodotti energetici. Dai dati, risulta evidente che gli aumenti dei prezzi di alcuni beni e servizi hanno determinato un cambiamento in alcune voci di spesa delle famiglie, indicando un aumento delle disuguaglianze educative. Ad esempio, nel Mezzogiorno le famiglie con minore capacità di spesa hanno ridotto la quota destinata ai prodotti alimentari (passata dal 33% al 31,5%) e aumentato quella destinata alle spese dell'abitazione (dal 39,5% al 41,2%), mentre la quota destinata all'istruzione, che era già la più bassa nel 2020, è diminuita ulteriormente nel 2021, passando dallo 0,5% del totale allo 0,37%. Anche le famiglie meno abbienti nel Nord del Paese hanno ridotto la quota della spesa per l'istruzione, che è passata dall'1,06% del totale allo 0,57%. Nel Nord, invece, le famiglie appartenenti al quintile più alto hanno sì ridotto le spese per alimentazione e aumentato quelle per abitazione e consumi energetici, ma hanno anche aumentato la quota di spesa destinata all'istruzione.
Per contrastare questo fenomeno e assicurare a tutti i bambini e gli adolescenti la possibilità di apprendere l'Organizzazione ha promosso, grazie al sostegno dell'Istituto Buddista Italiano, il progetto "DOTi - Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti", attraverso il quale duemila minori, dal 2020 al 2023 riceveranno una "dote educativa". Le doti già erogate, da ottobre 2020 a dicembre 2022, sono 1430 e consistono in un intervento personalizzato di sostegno rivolto a bambini e adolescenti che vivono in situazioni di grave svantaggio socio-economico. In concreto, la dote educativa fornisce beni o servizi ai minori che si trovano in condizioni certificate di fragilità e vulnerabilità socio-economica, attestate dai servizi sociali e dalla scuola. Delle oltre 1400 doti, già erogate, emerge che il 38,6% è stato finalizzato per assicurare loro il diritto allo studio. "Il progetto DOTi, realizzato grazie al contributo dell'8Xmille dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, dimostra come un investimento personalizzato in campo educativo produca degli effetti concreti nel ridurre i rischi di dispersione scolastica e nel promuovere i talenti dei bambini e degli adolescenti che vivono in contesti più svantaggiati", sottolinea Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. "Crediamo fortemente nel valore di questo progetto — afferma Anna Conti, vicepresidente dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai — che valorizza bisogni e desideri delle generazioni più giovani e a partire da questi coinvolge". I partner implementatori del progetto "DOTi" sono: AppStart Cooperativa Sociale Onlus, Associazione Get Up, Associazione Inventare Insieme Onlus, Associazione Laboratorio Zen Insieme, Cooperativa Antropos Onlus, Cooperativa Santi Pietro e Paolo, Cooperativa Sociale Comunità del Giambellino, CSI Catania, Associazione Futuro Domani.
I DATI