(ANSA) - ROMA, 29 AGO - Oltre mille persone - in gran parte
docenti, giornalisti, economisti - hanno lanciato una petizione
dal titolo "No alla secessione dei ricchi".
"Il Veneto, la Lombardia e sulla loro scia altre undici
Regioni si sono attivate per ottenere maggiori poteri e risorse.
Su maggiori poteri alle Regioni si possono avere le opinioni più
diverse. Ma nei giorni scorsi è stata formalizzata dal Veneto (e
in misura più sfumata dalla Lombardia) una richiesta che non è
estremo definire eversiva, secessionista", ha scritto su
Change.org Gianfranco Viesti, docente di economia, Università
di Bari, che ha lanciato l'appello.
In particolare, i sottoscrittori fanno notare che la Regione
Veneto "ha chiesto di avere potere esclusivo su materie che
vanno dall'offerta formativa scolastica (potendo anche scegliere
gli insegnanti su base regionale), ai contributi alle scuole
private, i fondi per l'edilizia scolastica, il diritto allo
studio e la formazione universitari, la cassa integrazione
guadagni, la programmazione dei flussi migratori, la previdenza
complementare, i contratti con il personale sanitario, i fondi
per il sostegno alle imprese, le Soprintendenze, le valutazioni
sugli impianti con impatto sul territorio, le concessioni per
l'idroelettrico e lo stoccaggio del gas, le autorizzazioni per
elettrodotti, gasdotti e oleodotti, la protezione civile, i
Vigili del Fuoco, strade, autostrade, porti e aeroporti (inclusa
una zona franca), la partecipazione alle decisioni relative agli
atti normativi comunitari, la promozione all'estero, l'Istat, il
Corecom al posto dell'Agcom, le professioni non ordinistiche. E
altro". "In questo modo - scrivono - verrebbero espropriati
della competenza statale tutti i grandi servizi pubblici
nazionali e verrebbe meno qualsiasi possibile programmazione
infrastrutturale in tutto il Paese".
I docenti fanno notare che "il Parlamento non può essere
espropriato del diritto-dovere di legiferare su questioni
decisive per il futuro dell'Italia. Siamo di fronte a uno
stravolgimento delle basi giuridiche su cui è sorta la
Repubblica italiana. Una materia di tale portata non può e non
deve essere risolta nei colloqui fra una rappresentante del
Governo e uno della Regione interessata, oltretutto, dello
stesso partito e della medesima regione. Tutti i cittadini
italiani hanno il diritto di essere coinvolti nella decisione,
che riguarda tutti".
(ANSA).
Appello docenti contro l'Autonomia
"Il Parlamento non può essere espropriato su questioni decisive"