(ANSA) - ROMA, 29 MAG - "Siamo pronti ad entrare nelle scuole
per assicurare una funzione essenziale di supporto al sistema
scolastico, e rendendo così strutturale la presenza dello
psicologo a scuola dopo l'esperienza pilota fatta in emergenza
durante la pandemia. Su questo l'Italia è in ritardo".
La forza numerica c'è, ha affermato Lazzari: "In Italia
abbiamo 125mila professionisti iscritti all'ordine, quindi
disponiamo di un numero adeguato di psicologi che possono
intervenire, e molti di questi hanno già maturato un'esperienza
sul campo". Negli anni scolastici 2020-21 e 2021-22, durante la
pandemia, infatti, ricorda, "è stato siglato un protocollo con
il ministero dell'Istruzione per l'attivazione di consulenze
psicologiche nelle scuole ed il 70% delle scuole lo ha fatto,
con risultati positivi. Nel 2022 il protocollo non è stato
rinnovato. Ora, però, è necessario passare da una presenza
emergenziale dello psicologo a scuola ad una sua presenza
strutturale".
"È il momento del fare: che il malessere dei ragazzi sia a
livelli drammatici - osserva Lazzari - lo dimostrano decine di
ricerche. I dati ci dicono che disturbi e disagio sono aumentati
in maniera preoccupante, anche a causa della pandemia". In
questo quadro, "gli psicologi possono aiutare il sistema scuola
a intercettare precocemente le situazioni di disagio e possono
fornire un primo aiuto e un ascolto, facendo rete con i servizi
sanitari se necessario, non avendo una funzione di cura in senso
stretto. La nostra azione è infatti quella di intercettare le
situazioni a rischio ma anche quella di avviare un'azione
diffusa di prevenzione". Attualmente, "tutti i paesi occidentali
hanno un servizio di psicologia scolastica. D'altronde, già
negli anni '90, la stessa Oms aveva raccomando ai paesi di
inserire la psicologia nelle scuole. L'Italia - conclude il
presidente degli psicologi - su questo fronte è ancora
indietro". (ANSA).
Psicologi, 'pronti ad andare nelle scuole,Italia in ritardo'
Lazzari, 'abbiamo 125mila professionisti. Intercettare disagio'