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Appello 120 prof Sapienza, 'condanna Hamas ma Israele è abusivo'

"Impegno per pace; serve cooperazione con atenei palestinesi"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 14 NOV - Circa 120 docenti, studiosi e ricercatori dell'Università La Sapienza di Roma hanno preso carta e penna per scrivere un lungo appello a difesa della Palestina e contro la narrazione attuale che definiscono "priva di profondità, sorda al dolore e alla sofferenza che da più di un secolo attraversano la Palestina".
    L'appello si unisce a quelli lanciati in questi giorni da 150 docenti dell'Università di Bologna e da alcune migliaia di docenti e studiosi di tutta Italia, e chiede: l'impegno della comunità accademica e dell'Università La Sapienza, in tutte le sedi opportune, per l'immediato cessate il fuoco e il rispetto delle risoluzioni dell'Onu (compresa quella adottata a maggioranza, con l'astensione dell'Italia, lo scorso 27 ottobre); la garanzia della libertà di parola e del diritto di docenti, studenti e studentesse al dibattito, dentro e fuori l'università, la promozione nell'ateneo di spazi di riflessione critica, fondata su una lettura profonda, articolata e puntuale della storia; l'adozione da parte del Senato Accademico di una risoluzione di solidarietà nei confronti della popolazione di Gaza e di tutte le vittime civili del conflitto; l'apertura di una discussione pubblica all'interno dell'ateneo per la cooperazione con le università palestinesi e per il disinvestimento da società che finanziano l'occupazione illegale di territori da parte di Israele".
    "Lo stato di Israele - si legge nel documento -, da 75 anni e poi dal 1967, occupa abusivamente territori che nel disegno originario non gli erano stati attribuiti, insediandovi progressivamente nuovi quartieri residenziali, sulla base di un preteso diritto storico originario degli ebrei su quella terra.
    Dopo il 7 ottobre le violenze dei coloni israeliani si sono intensificate anche sulla popolazione araba in Cisgiordania. La strategia della diffusione capillare nel tempo di questi insediamenti su tutti i territori palestinesi sta rendendo inattuabile la soluzione della convivenza di due stati, soluzione ancora completamente auspicabile - forse l'unica che può portare la pace in quella regione e l'unica che può garantire la sicurezza anche di Israele - che tutti continuano però ad evocare genericamente per fingere di non ammettere quello che di fatto sta avvenendo: l'annessione totale di quelle terre da parte dello Stato di Israele, la sottomissione finale della popolazione palestinese sotto il governo di Tel Aviv, esito possibile di questa guerra. Nei confronti dei Territori Palestinesi occupati, lo stato di Israele si comporta da decenni come un paese coloniale, usando comportamenti quotidiani palesemente razzisti nei confronti della popolazione palestinese, disponendo liberamente del loro spazio e delle loro vite". (ANSA).
   

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