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Lingue contro IA, in Australia l'uomo è 'insostituibile'

Unanime giudizio accademici in convegno a Unicollege Torino

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 13 DIC - In Australia la traduzione parte sì spesso da motori digitali, ma il governo, riconoscendo nell'umano una risorsa insostituibile, ha previsto la vidimazione ultima e firmata dello stesso umano, altrimenti la traduzione non può essere riconosciuta ufficiale. È quanto emerso all'Unicollege Global Annual Conference organizzata dall'Unicollege di Torino e dedicata alla transizione digitale nel mondo della mediazione linguistica (lingue, traduzione e interpretariato) alla presenza di oltre 20 speaker provenienti da sette paesi e nove partner accademici del mondo.
    All'evento, dal titolo 'Ridefinire il ruolo della traduzione (umana) nell'era della digitalizzazione', hanno partecipato oltre 150 esperti dei vari settori interessati. Secondo il direttore dell'Unicollege, Giosuè Prezioso, organizzatore e moderatore dell'evento, "durante il convegno, abbiamo anche appreso che in paesi rappresentati come la Spagna, dove la cultura delle lingue è motivo di indipendenze regionali, rivendicazioni post-coloniali e gerarchie idiomatiche territoriali, lo studio delle lingue è in crescita, così come in crescita sono i programmi, i curricula e le università che incrementano il numero di programmi internazionali in cui le lingue sono alla base".
    Nonostante l'immediatezza e i benefici delle risorse digitali i 20 accademici presenti hanno convenuto sull'unicità e la celebrazione dell'integrazione e complementarità umana; "seppure i sistemi di traduzione e interpretariato siano migliorati molto nel tempo - aggiunge Prezioso - questi mezzi mancano di comprensione laterale di elementi quali il sarcasmo, l'humor, la regionalità linguistica e le numerose sfumature che una lingua e un testo implicitano per natura".
    "Non mancano - sottolinea - aspetti relegati alla privacy e alla sicurezza dei dati: se è vero che gli utenti possono usufruire di servizi gratuiti e istantanei di traduzione, le opache politiche di trattamento dei dati usufruiscono di un beneficio a volte maggiore rispetto a quello dell'utente e della sommaria traduzione ricevuta. E inoltre, questi sistemi, per lo più basati su apprendimenti statistici, perpetrano spesso le discriminazioni che si tengono a mente nella pratica deontologica umana: la traduzione del termine femminile francese 'la Présidente' per esempio, viene tradotta come 'il Presidente' in italiano, così come i pronomi inclusivi utilizzati per soggetti in transizione o non binari in altre lingue che, spesso, i sistemi digitali riportano sommariamente in generi non di riconoscimento per i gli stessi soggetti tradotti." Il convegno ha rappresentato un momento di incontro fra esperti e professionisti del settore, resuscitando l'antica tradizione che ha l'Italia in questa industria: è terza in Europa per numero di lingue studiate nelle scuole dell'obbligo, percentuale che arriva al primo posto se si considera solo il liceo linguistico, realtà unica a livello internazionale.
    (ANSA).
   

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